L'ANALISI
28 Marzo 2025 - 05:10
VIADANA - Nessun facile allarmismo, ma la giusta dose di precauzione in considerazione di quello che è accaduto a dicembre, quando fu fatto brillare un’ordigno bellico trovato sulle rive del Po. In questi giorni nella golena di Viadana sono entrati in azione i tecnici di una ditta specializzata che hanno delimitato alcune aree fianco di via Al Ponte e nella zona di San Martino per eseguire una bonifica degli ordigni bellici. Attenzione: non significa che sia già stato trovato del materiale potenzialmente esplosivo, ma che si sta lavorando per escludere che vi possa essere.
Le operazioni sono condotte dalla ditta Covesmi di Ostiglia, società iscritta presso il Ministero della Difesa all’Albo delle ditte specializzate nella bonifica da ordigni esplosivi residuati bellici, su incarico dell’Aipo nell’ambito dei lavori di ‘Rinaturazione dell’area Po’, finanziati con fondi PNRR-Next Generation EU. Si tratta di interventi relativi alla modifica delle opere idrauliche e agli scavi detti Linea M (Morfologici) e lavori di carattere forestale detti Linea R (rinaturazione in senso lato: forestazione e gestione delle infestanti per cinque anni dopo l’impianto), che riguardano un ampia area golenale anche a Viadana.
Nei mesi scorsi i lavori erano già iniziati, ma sono stati interrotti a dicembre quando nella golena di Brescello, a poche centinaia di metri da Viadana, è stato rinvenuto un grande ordigno bellico della Seconda guerra mondiale, probabilmente sganciato nell’aprile del 1945 quando ci fu un bombardamento sul quartiere viadanese di Santa Maria. Dopo l’evacuazione del quartiere di San Martino per diversi giorni e di altre zone per il solo giorno del brillamento, il 23 dicembre la bomba è stata fatta esplodere dagli artificieri del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, e Viadana, dopo l’emergenza, ha tirato un sospiro di sollievo.
L’episodio ha consigliato ai dirigenti dell’Aipo di prendere le dovute precauzioni, quindi sono ripresi i lavori di piantumazione degli alberi mentre sono rimasti sospesi quelli idraulici che prevedono scavi profondi e spostamento di terreno, cioè quelli più pericolosi nell’ipotesi che vi siano altri ordigni nascosti. A questo punto è scattato l’incarico alla Covesmi, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’Esercito come prevede la normativa.
Come primo passo, gli operatori hanno installato il cantiere e delimitato con nastri colorati le aree interessate, installando cartelli il divieto di accesso, oltre a tagliare la vegetazione che ostacola l’impiego degli strumenti rilevatori nel loro passaggio sulle superfici. Poi l’area da bonificare viene suddivisa in tanti quadrati al centro dei quali si pratica una trivellazione verticale, quindi all’interno dei fori è inserita la sonda dell’apparato di ricerca al fine di rilevare eventuali masse ferrose interrate entro un raggio di 2 metri che saranno, successivamente, verificate con gli opportuni scavi di accertamento.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris