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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Certificato medico falso: condannato a un anno

Un imprenditore 40enne, accusato di reati finanziari, l'aveva utilizzata per far rinviare l'udienza

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

27 Marzo 2025 - 17:20

Certificato medico falso: condannato a un anno

CREMONA - Si è comportato un po’ come quegli studenti che, ante registro digitale, per non farsi interrogare portavano al professore la giustificazione con la firma falsa di mamma o papà: ‘Mio figlio ieri non è stato bene, non si è potuto preparare...’ Stefano, imprenditore 40enne accusato di reati finanziari, per far valere il suo «legittimo impedimento» a partecipare all’udienza, così da farla rinviare, quattro anni fa mandò il certificato del suo medico curante: una brutta cervicale che lo teneva inchiodato a letto per 6 giorni. Peccato che il certificato - una copia conforme all’originale - lo avesse falsificato. Se ne accorsero in udienza, contattarono il medico, che trasecolò: «No, io non l’ho visitato».

Oggi l’imprenditore è stato condannato a 1 anno per il falso.

È storia del 10 novembre del 2021, mercoledì. Quella mattina, l’avvocato - assolutamente ignaro - dell’imputato, deposita al giudice il certificato medico. La data: 9 novembre. Patologia: ‘Cervicalgia acuta con cefalea e vertigini che causano vomito e perdita di equilibrio. Si prescrive riposo assoluto a letto con divieto di spostamento per giorni 6’. A occhio nudo, quel certificato sembrava originale. Eppure, c’è qualcosa che non torna al pm onorario Silvia Manfredi.

Roberta Manclossi, cancelliere esperto del dibattimento, viene incaricata di cercare il medico curante. Il falso viene a galla, e finisce sul verbale.

Il dottore ora in pensione, oggi ha testimoniato: «Posso dire che una mattina ho ricevuto una telefonata dal tribunale. ‘Lei ieri ha fatto un certificato medico al signor...?’ No». Di vero c’era che l’imprenditore era un suo paziente. «Soffriva di cervicalgia». E che un analogo certificato gliel’aveva fatto in passato. Il paziente lo ha preso e ha modificato la data.

A frittata fatta, l’imprenditore ha poi chiesto aiuto al suo medico. «Mi ha detto: ‘Dottore ho fatto una stupidaggine, ho falsificato il suo certificato’. E come ha fatto? ‘Ho preso il vecchio e ho cambiato la data’. Perché? ‘Mi serviva per un’ udienza’. Si rende conto di quello che ha fatto?». Il paziente rilanciò: «Mi ha chiesto: ‘Lei non può fare niente?’. No. Gli ho anche detto: ‘Ma scusi, io ero in ambulatorio, se fosse venuto, la visitavo’.

Era stato preso dal «panico», ha spiegato l’avvocato Mario Tacchinardi, che al giudice aveva chiesto di assolvere il suo assistito per la particolare tenuità del fatto. La difesa ricorrerà in appello. Ultima nota: scoperto il falso, l’imprenditore ha poi fatto una buona azione: una offerta di 500 euro a un’associazione. Tra le tante, ha scelto l’Asaps, Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale.

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