L'ANALISI
26 Marzo 2025 - 20:44
CREMONA - Diventano realtà, con una serie di controlli mirati in tutti i Comuni che hanno aderito, gli obiettivi indicati all’inizio del percorso avviato, fin dal suo insediamento, dal prefetto Antonio Giannelli, centrato sull’applicazione del Daspo urbano (Dacur), misura di prevenzione amministrativa emessa dal questore che ha l’obiettivo di contrastare il degrado urbano, tutelare la sicurezza nei luoghi pubblici e garantire la vivibilità e il decoro della città. La materia e le novità operative ad essa legate sono state al centro della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduta oggi pomeriggio dal prefetto a palazzo del Governo.
«Cremona ha già approvato il regolamento in Consiglio comunale, poi ci sono Crema, che lo ha approvato in queste ore, Piadena, Casalmaggiore e Soresina, dove il regolamento ha bisogno di un mese per entrare in vigore. Il percorso abbracciato da questi Comuni — spiega il prefetto — ha richiesto che in alcuni di essi si modificasse il regolamento comunale mentre altri lo hanno introdotto tipizzando i comportamenti che sono vietati in quelle zone. Il punto è che abbiamo a che fare con una serie di comportamenti che non sono reati penalmente rilevanti, ma che sono comportamenti non decorosi. E in quanto tali possono incidere significativamente sul decoro e sulla percezione della sicurezza. Pensiamo a quanto accaduto in via Orti Romani, con persone che si denudano, che bevono, con tutta una serie di comportamenti. Noi abbiamo programmato questo incontro oggi perché ci sono dei tempi per arrivare eventualmente al Daspo. Prima c’è l’ordine di allontanamento. Come già avvenuto a Cremona, dove si è iniziata a sperimentare la misura, viene irrogato l’ordine di allontanamento, e dopo una reiterazione si può arrivare all’allontanamento. Questo fa in modo che queste zone siano preventivamente controllate e bonificate con la possibilità di eliminare quelle condizioni che, almeno qui, incidono molto».
Il riferimento è alle aggregazioni di persone, di sera, alterate che possono creare problemi di vario tipo. L’assetto varato nei vari centri della provincia è calato sulle realtà locali. E questo è un punto forte del pacchetto di iniziative coordinate dalla Prefettura. «È l’aspetto più rilevante di questo progetto. Normalmente le zone vengono indicate dal singolo Comune; in questo caso, invece, la collaborazione è efficace e condivisa, in un percorso tutto all’interno del Comitato, seguendo il principio del coordinamento. C’è stato uno spirito di servizio davvero notevole. Fin dall’inizio, in Questura, ci sono stati tavoli tecnici per esaminare le zone e capire cosa succede. Se un domani ci si chiederà perché questa zona è inclusa e quell’altra no, la risposta sarà chiara: sono state incluse quelle dove effettivamente si sono verificati episodi rilevanti. Questo non vuol dire, ovviamente, che non si possa modificare l’assetto. Oggi disponiamo dei controlli mirati e coordinati (a Cremona sono già iniziati ndr) su tutte queste zone. Una volta che il regolamento è approvato, anche la singola volante che passa può fare il controllo, detto questo, organizzare servizi coordinati e specifici serve a tenere ancora più sotto controllo quelle zone, che spesso coincidono con quelle già normalmente monitorate; se tutte le volte che succede qualcosa, dopo due minuti, arrivano le pattuglie è perché le forze dell’ordine sono in zona. Una doppia peculiarità. Adesso si tratterà di fare i controlli e vedere come tutto funziona».
Il prefetto Giannelli non ha alcun dubbio quanto al fatto che quello varato nei dettagli a palazzo del Governo sia uno strumento tanto dinamico quanto efficace.
«La differenza è che con questo nuovo assetto, dopo che l’operatore identifica la persona, c’è una conseguenza. Non finisce tutto lì. Perché non c’è nulla di peggiore, per il cittadino che chiama, che vedere arrivare le pattuglie senza che nulla accada. È frustrante anche per le forze dell’ordine. Questo non significa che abbiamo trovato il modo per risolvere tutti i problemi. A questo dispositivo vanno aggiunti una serie di servizi di controllo del territorio, che sono importanti. È da un mese e mezzo, ormai, che ci sono servizi straordinari, dal giovedì alla domenica, a Cremona ma anche a Crema. C’è una presenza significativa delle forze dell’ordine e, sottolineo, non solo nelle zone centrali. E ricordo che finora praticamente tutti coloro che hanno commesso reati sono stati individuati».
La proposta di adesione ai 48 Comuni della rete cremasca: «Si stanno muovendo in questa logica — spiega il prefetto — e auspico che anche i Comuni della zona del Cremonese facciano la stessa cosa. Casalmaggiore pare stia per proporci un patto per la sicurezza. La mia speranza è che, almeno nella nostra materia, si arrivi a un patto per la sicurezza con Cremona, a un patto per la sicurezza con Crema e a un patto per la sicurezza con Casalmaggiore. Lì c’è una clausola che permette ai Comuni di aggregarsi, in modo che su 113 Comuni, almeno in tema di sicurezza, si parli la stessa lingua. Questo è l’obiettivo principale. A cui si aggiunge altro, a cominciare dalla videoroseveglianza».
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