L'ANALISI
12 Marzo 2025 - 20:01
CREMONA - L’idea di un’area omogenea casalasca non è più solo una suggestione: sta prendendo forma, passo dopo passo, con un confronto sempre più concreto tra i sindaci del territorio. Oggi pomeriggio, dopo le 17, nella sala consiliare della Provincia di Cremona, si è tenuto un incontro chiave, convocato dal presidente Roberto Mariani e dal vicepresidente Luciano Toscani, che ha aperto la discussione illustrando il percorso istituzionale e prendendo ad esempio l’esperienza dell’area cremasca. Il compito di coordinare i lavori è stato affidato dal presidente all’ex sindaco di Casalmaggiore perché si è dedicato al tema sin dal primo giorno.
Un clima positivo, un dibattito aperto e costruttivo. Tutti i primi cittadini hanno posto l’accento sulla necessità di definire con chiarezza il percorso da seguire. Mariani è stato chiaro: «Dobbiamo creare un organo politico che ci permetta di confrontarci a livello territoriale e con l’ente Provincia. Dobbiamo partire dai bisogni reali, quelli che emergono dal basso». Il concetto è stato rafforzato da Toscani, che ha voluto sgombrare il campo da equivoci: «Non stiamo creando un consorzio di servizi, ma un contenitore istituzionale dentro cui lavorare. Serve una visione strategica condivisa».
Tra i presenti, il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni e il primo cittadino di Cingia de’ Botti, Nicolò Garavelli, che ha espresso il proprio punto di vista con grande onestà: «Sto ancora cercando di capire come funziona la macchina amministrativa. Siamo a cavallo tra tre diverse aree, ed è chiaro che Casalmaggiore debba essere il punto di riferimento, ma serve un orizzonte definito. Sul fronte dei consorzi, vedo bene il ruolo di Casalasca per offrire servizi efficienti». Più netto il sindaco di Gussola, Stefano Belli Franzini, che ha posto il tema della programmazione: «La vera sfida è la capacità di fare squadra, di avere una strategia comune. È quello che ci è mancato finora. Ci sto, ma solo se cambiamo mentalità». Sul tavolo non solo la necessità di un coordinamento politico, ma anche la questione operativa. Secondo Belli Franzini, prima di parlare della forma giuridica, bisogna chiarire quali regole darsi e quante persone rappresentare. Il riferimento è anche alle discussioni emerse a Pessina, dove si è parlato di un consorzio di Comuni nell’area Cremona-Est, una realtà diversa rispetto all’area omogenea.
Anche il sindaco di Calvatone, Valeria Patelli, ha sottolineato l’importanza del percorso avviato: «È positivo vedere tanti sindaci casalaschi qui a discutere. All’inizio sembrava un’idea lontana, ora sta prendendo corpo. L’apertura di Casalmaggiore è una spinta per tutti gli altri Comuni. I cremaschi hanno avuto un percorso lungo e travagliato, noi partiamo con qualche difficoltà numerica, ma possiamo farcela». Il primo cittadino di Torre de’ Picenardi, Marcello Volpi: «Non mi nascondo. Dobbiamo capire se per noi omogenei significa di qua o di là. Poi costruiamo il resto». Per Federica Ferrari, sindaco di Piadena Drizzona, «l’importante è partire, mettere in moto questa macchina. Da soli non andiamo da nessuna parte, facciamo questo passo, non importa il numero totale degli abitanti. Siamo realtà molto piccole, non possiamo farci niente, ma iniziamo insieme». L’incontro ha dimostrato che la volontà di costruire un’area omogenea Casalasca c’è. Il dibattito è aperto, le posizioni sono diverse, ma l’idea di fare squadra sta facendo breccia tra gli amministratori locali. Ora serviranno scelte chiare e una tabella di marcia concreta per trasformare il progetto in realtà.
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