L'ANALISI
11 Marzo 2025 - 16:52
Nel riquadro l'avvocato Clara Carletti
CREMONA - All’anagrafe è Vasile Ceaușescu, nato in Romania 72 anni fa (il 15 dicembre del 1952). Cognome ingombrante, il suo. Lo dice spaventato, sottovoce al giudice: «Io e la mia famiglia abbiamo subito persecuzioni ed espropri. Mio padre era primo cugino di Nicolae Ceaușescu». Suo padre era imparentato con il dittatore romeno fucilato assieme a sua moglie Elena Petrescu, il 25 dicembre del 1989, dopo un’ora di processo sommario per crimini contro lo Stato e genocidio. L’esecuzione rappresentò l’atto finale della rivoluzione romena del 1989.
Vasile Ceaușescu allora aveva 37 anni. Laurea a Bucarest in fisica nucleare, oggi vive a Cinisello Balsamo, assunto come badante da un anziano. Vive con lui.
A Cremona è finito a processo, assolto dall’accusa di aver rubato 61,76 euro di formaggio (6 pezzi di Grana Padano) al Penny di Crema, ma condannato a 1 anno per aver dato false generalità.
«Mi chiamo Daniel Petrescu», aveva dichiarato il 12 settembre del 2019 alla polizia chiamata al market dall’addetto alla vigilanza. Ceaușescu era con Oksana, ucraina del ‘59, casa a Cinisello Balsamo. L’amica stava pagando alle casse, qualcosa aveva anche pagato. Vasile era convinto che avesse pagato tutto. Assolto dal furto, perché la querela era tardiva, quel giorno Ceaușescu era svenuto, ritrovandosi in ospedale: cinque ore al Pronto soccorso, poi, alle 19, era stato portato al commissariato dove avevano scoperto che su di lui pendeva un mandato di cattura europea. Arrestato ed estradato, «mi ha raccontato che dopo un paio di settimane a Francoforte lo avevano assolto con le scuse».
Clara Carletti è l’avvocato che ha difeso Ceaușescu. E che ha raccolto le confidenze di quest’anziano «minuto, sofferente, un signore d’altri tempi, preciso, molto colto, appassionato di storia dell’arte e di astronomia. Mi ha raccontato che dopo il colpo di Stato, era rimasto in Romania, lavorando, con uno stipendio misero, in una centrale nucleare fino alla pensione». Da pensionato e «con pochi soldi, attorno al 2010 è arrivato in Italia ospite da alcuni parenti. Ha viaggiato molto all’estero: Germania, Inghilterra, Francia, sempre accolto da parenti. Parla bene diverse lingue. Il suo italiano è ‘costruito’ sul latino».
Quando nel 2024 l’avvocato lo ha conosciuto per assisterlo d’ufficio, «dal suo modo di porsi, ho capito subito che non era il classico ladro, ho capito che dietro c’era una storia. È un signore che ha molto sofferto e che ha ricordi che vuole cancellare». Torniamo al furto. «Una situazione che lo ha umiliato — prosegue l’avvocato —. Non aveva ancora lavoro in Italia, la signora che era con lui invece lavorava. Era convinto che lei avesse pagato e, in effetti, risulta che un pagamento sia stato fatto. Quel giorno è svenuto. Si ricorda di essersi ritrovato al Pronto soccorso e poi al commissariato. Le caserme gli procurano ansia. Non ricorda perché avesse dato false generalità».
Ceaușescu, carta di identità e tessera sanitaria italiane, ha un sogno. «Più volte mi ha detto che vuole continuare ad approfondire i suoi studi. Si è già interessato per iscriversi all’università Bicocca di Milano».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris