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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Abusi: la nipote lo accusa, zio assolto

Le indagini difensive smontano l’imputazione. Il legale: «Molte incongruenze»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

10 Marzo 2025 - 21:58

Abusi: la nipote lo accusa, zio assolto

CREMONA - Imputato di violenza sessuale aggravata sulla nipote, lo zio è stato assolto con formula piena nel processo con rito abbreviato dal gup. Le indagini difensive effettuate dall’avvocato Marco Simone, legale del 58enne con il collega Luca Avaldi, hanno smontato l’accusa. Allo zio, il pm contestava tre, quattro fatti avvenuti quando la minore aveva 7 anni, l’ultimo all’età di 14 anni. Violenze nella casa dei nonni e dei quattro zii, dove, dopo la separazione dalla moglie, il padre era tornato. «Dopo la separazione dei genitori, all’età di 7 anni la bimba ha cominciato a frequentare la casa dei nonni e degli zii. Stava con il padre nel fine settimana di spettanza del genitore. Crescendo, in età adolescenziale — spiega l’avvocato Simone — la ragazzina ha manifestato dei disagi, si è confidata con la psicologa e ha raccontato degli abusi sessuali».

Durante lo svolgimento delle indagini difensive, il legale ha sentito i tre zii della minore, ha prodotto la piantina della casa. E ha evidenziato le «molte incongruenze emerse già dalla prima querela presentata dalla madre, poi nella prima audizione protetta della minore e in quella successiva disposta d’ufficio dal giudice ad integrazione probatoria». ‘Contraddizioni’ «legate alla collocazione spazio/temporale». Così, alcuni abusi sarebbero avvenuti nel soggiorno con la porta aperta, a pochissima distanza dalla cucina frequentata dagli zii. L’ultimo, nella camera da letto dove dormiva lo zio, «ma lo zio dormiva in sala e mai in camera da letto, secondo quanto emerso dalle indagini difensive», prosegue l’avvocato Simone. Gli orari delle presunte violenze — di pomeriggio — sarebbero stati incompatibili con la presenza dello zio in casa. Perché «negli orari indicati, lo zio era fuori in bicicletta tutti i giorni».

Il papà della minore non si è costituito parte civile. Dopo la denuncia, «ha continuato a vivere in quella casa, manifestando, per dirla con le parole dell’ex moglie, un generale scetticismo. In questa vicenda lui non è entrato. Ha atteso la sentenza».

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