L'ANALISI
06 Marzo 2025 - 19:44
CREMONA - Sabato 21 marzo 2021: da due settimane l’Italia è chiusa in lockdown con un decreto dell’allora premier Giuseppe Conte. A Cremona, Ozo, nigeriano del ‘95, è uno dei profughi ospitati alla Casa dell’Accoglienza. La struttura della Caritas chiude il portone alle 23 e lo riapre alle 7. Alle 23 Ozo vuole uscire per comprare le sigarette. E scoppia il pandemonio. Di fronte al ‘no’, minaccia don Pier Codazzi, responsabile della struttura e direttore della Caritas, e Attilio, operatore della Caritas, addetto alla portineria e alla sicurezza. «Ti taglio la gola, uccido la tua famiglia». E minaccia di «dare fuoco» alla struttura di via Sant’Antonio del Fuoco. Per una notte intera darà del filo da torcere anche ai poliziotti.
Oggi il processo. Don Pier ha ritirato la denuncia contro il nigeriano assistito dall’avvocato Cristina Pugnoli. Non c’era Attilio. «Non è più nostro dipendente da tempo», informa il sacerdote. Ora lo si cerca per sapere che intenzioni abbia (rinvio al 5 giugno). Se anche lui deciderà di ritirare la querela, si metterà una pietra tombale su una vicenda che, per ora, resta sulla carta: i verbali di denuncia-querela e le annotazioni della polizia.
Alle 23 del 21 marzo, don Codazzi è nel cortile della Casa dell’Accoglienza. Incontra Ozo in compagnia di Nicolas, un altro ospite. I due «pretendevano di uscire per andare a prendere le sigarette nelle vicinanze del supermercato Carrefour». Il don ribadisce che il regolamento della struttura obbliga a tutti gli ospiti di rientrare entro le 23. Chi sgarra, resta fuori fino alle 7. Don Pier consiglia ai due di non uscire, ricordando loro che c’è anche il decreto Covid: non si esce per «futili motivi». Ozo è ubriaco, la prende malissimo. Insulta il sacerdote: «Prete di m... bastardo, figlio di..., brucio la Casa dell’Accoglienza». Don Pier cerca di farlo ragionare. Viene strattonato e spinto con violenza contro una fioriera. In difesa del prete arriva Attilio. Ozo minaccia l’uno e l’altro. Urla e minaccia, gli altri ospiti si affacciano alle finestre. Don Pier chiede a Nicolas di portare Ozo in camera.
Tutto finito? No. Ore 1.05: dalla portineria Attilio chiama il don. Ozo e Nicolas erano usciti, pretendono di rientrare, ma al suo rifiuto, dall’esterno Ozo minaccia di morte Attilio e la sua famiglia. Tira calci, pugni e spintoni al portone. L’operatore della Caritas chiama il 112. Davanti alla Casa dell’Accoglienza arriva la pattuglia della Volante. Ozo urla, minaccia, tira calci e pugni al portone. Ai poliziotti dice che il don e Attilio sono «figli di...», perché non lo fanno entrare per andare a dormire. L’uomo viene portato via dagli agenti. Sarà una notte turbolenta.
Ore 2.40: il profugo torna davanti alla Casa dell’Accoglienza, tira calci, pugni e spintoni al portone. Pretende di entrare. Minaccia che una volta dentro, la mattina avrebbe ucciso Attilio, la sua famiglia e anche «quel bastardo e figlio di... don Pier, perché non meritate di stare al mondo». Attilio richiama il 112. Arriva la stessa pattuglia, Ozo viene portato via.
Ore 5.38: il profugo torna più arrabbiato di prima. Stessa scena: calci e pugni al portone, minacce. Sta lì fino alle 7. Attilio è «molto spaventato», non apre, impedendo agli altri ospiti, a chi lavora nella struttura e ai fornitori di entrare e uscire. Si chiama di nuovo la polizia. Gli agenti provano a calmare il profugo, lui minaccia. L’ultima immagine è di Ozo che si toglie i vestiti e rimane completamente nudo in strada.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris