L'ANALISI
04 Marzo 2025 - 19:16
CREMONA - Secondo l’ultimo report di Legambiente, nei primi due mesi dell’anno, Cremona e provincia restano nel novero delle aree inquinate della Lombardia, ma lo scenario è in parte mutato, nelle scorse settimane, grazie al meteo.
Il rapporto bimestrale dell’associazione ambientalista - reso noto nelle scorse ore - evidenzia come l’inverno sia stato caratterizzato da perturbazioni che hanno di fatto limitato le prolungate fasi di alta pressione e ciò ha in parte alleviato il problema dell’accumulo delle polveri sottili negli strati più bassi dell’atmosfera.
Quanto alla concentrazione media giornaliera, Cremona si è attestata a 44. Per quanto riguarda le giornate di sforamento, a Cremona sono state 16, mentre Crema (che non ha un dato quanto alla concentrazione media giornaliera) ha raggiunto quota 14. Alcuni segnali di miglioramento dunque ci sono stati, spiegano gli esperti di Legambiente.
«L’assenza di inversione termica prolungata ha contribuito a contenere l’accumulo di inquinanti nella Pianura Padana, evitando che l’aria diventasse una trappola di smog, come spesso accade nella stagione invernale – commentano da Legambiente –: dal punto di vista della qualità dell’aria, gennaio e febbraio 2025 si sono rivelati tra i meno critici degli ultimi anni. In particolare, le correnti orientali hanno favorito un miglior ricambio atmosferico nell’Est della Lombardia, riducendo la concentrazione di polveri sottili. Tuttavia, non si può parlare di un netto miglioramento: ci sono state giornate con valori allarmanti, in concomitanza con i brevi periodi di alta pressione. Complessivamente, i valori medi registrati sono risultati, in alcune zone del Nord Italia e a Frosinone, fino a tre volte superiori ai limiti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità, con un quadro ancor più critico per le polveri ultrafini (PM 2.5), particolarmente pericolose per la salute respiratoria e cardiovascolare».
Tra le aree con l’aria più inquinata ci sono Milano, Lodi e provincia. Legambiente segnala anche il caso Viadana, dove «le concentrazioni di polveri sottili si sono attestate su valori simili a quelli dei capoluoghi provinciali».
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