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CREMA. VIOLENZA SULLE DONNE

Allunga le mani, condannato a 2 anni e 3 mesi

La vittima 25enne: «Bisogna denunciare. Voglio fare il pm grazie al dottor Pansa»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

04 Marzo 2025 - 18:20

Allunga le mani, condannato a 2 anni e 3 mesi

CREMA - Si era fatto conoscere in quel negozio, perché spesso infastidiva le dipendenti: avances, apprezzamenti. A lei non era mai accaduto, almeno fino al 24 settembre del 2023, quando, smontato il turno, è passata «casualmente» di fianco a quel giovane. Lui ha allungato il braccio destro e «repentinamente» - con «la mano aperta» - le ha toccato il seno. Non lo ha fatto una volta, ma due: in quest’ultimo caso la mano è finita sullo sterno. E lo ha fatto «a distanza di pochi minuti».

Violenza sessuale. E condanna a 2 anni e 3 mesi di reclusione, gli stessi chiesti dal pm Chiara Treballi. La sentenza è stata emessa oggi nei confronti di Rabia, tunisino oggi 28enne, arrivato clandestinamente in Italia e che dall’Italia se ne è già andato. La vittima la chiamiamo Maria: va per i 25 anni, si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Bergamo con 110 e lode. Giovane donna con le idee ben chiare sul suo futuro. Maria sta studiando per indossare, un giorno, la toga del pubblico ministero.

«Sono molto soddisfatta della sentenza - ha commentato —. Sono contenta che la giustizia sia stata dalla mia parte. Avevo un po’ paura, però ho deciso di fidarmi della giustizia, perché io ci credo. Voglio diventare pm, ci credevo tanto».
Torna alla denuncia. «L’ho fatta ovviamente perché, principalmente, ero molto scioccata e infastidita da quello che è successo - spiega —, però consapevole comunque del fatto che in Italia ci sono molte cose peggiori per le altre donne. Io ho voluto denunciare anche per una questione un po’ sociale. Bisogna bloccare queste cose sul nascere, perché è da queste piccole cose che poi succedono i disastri. E, purtroppo, in Italia si interviene solo quando c’è un disastro. Bisogna intervenire prima e in primis spetta probabilmente a noi donne avere fiducia nella legge. Poi dobbiamo essere sicuramente tutela te, perché io sono stata fortunata, ma altre donne non lo sono».

Dopo la laurea, Maria ha fatto il tirocinio in Procura a Bergamo «e lì ho capito la mia vocazione grazie al dottor Antonio Pansa (sostituto procuratore ora a Milano, ndr e figlio dell’ex capo della Polizia, Alessandro Pansa) che è stato bravissimo, mi ha fatto amare ancor di più il lavoro che già immaginavo di amare. Mi ha spiegato tante cose, mi ha fatto scrivere tantissimi atti, mi ha fatto partecipare alle udienze: è stata davvero una bellissima esperienza».

Oggi, la giovane era in aula con la madre e il fidanzato. Ha sentito la requisitoria del pm Treballi. Nessun dubbio sul fatto che fosse Rabia il giovane che aveva allungato le mani sulla vittima. «Era conosciuto per dare fastidio. Le telecamere lo hanno inquadrato in volto». Lo hanno riconosciuto Maria e le sue colleghe. Insomma, «soggetto noto», lo straniero. La «repentinità» della sua azione «non ha messo la vittima in una condizione di esprimere il suo dissenso». E ancora: «L’imputato ha persistito nella sua condotta, è pacifico che toccare il seno costituisce atto sessuale». E lo è anche «il toccamento a mano aperta».

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