L'ANALISI
27 Febbraio 2025 - 11:02
CREMONA - C’è un’emergenza che non passa: quella abitativa. A confermarlo sono i dati comunali che parlano di una ventina di case popolari disponibili per oltre 200 richieste.
Negli ultimi anni la questione della casa è diventato un tema sempre più rilevante per moltissime città italiane ed europee. Tra caro affitti, invasione di locazioni turistiche e speculazione sulle stanze per universitari, il fenomeno è stato messo in luce da diversi punti di vista. Ma se quella della casa è una necessità fondamentale allora è importante puntare lo sguardo là dove il bisogno resta insoddisfatto e misurare lo stato di salute di una comunità attraverso il ‘termometro’ dell’edilizia popolare.
Un patrimonio che a Cremona conta quasi 3mila alloggi, di cui 1.839 in gestione ad Aler e 1.028 al Comune. Del migliaio di case comunali, sono 618 quelle attualmente abitate, mentre 334 – circa un terzo dunque – risultano inagibili o sfitte per problemi manutentivi. Guardando invece ai numeri delle richieste emerge il marcato disallineamento tra domanda e offerta: a fronte di una ventina di alloggi subito disponibili per l’assegnazione (e una cinquantina in ristrutturazione) le liste di attesa comunali raccolgono oltre 200 richieste, di cui 77 di indigenti, cioè di cittadini con Isee inferiore a 3mila euro.
Una situazione apparentemente facile da risolvere ma per la quale mancano spesso i fondi: «Ci dobbiamo muovere per intercettare i finanziamenti necessari – dichiara l’assessore alle politiche sociali Marina Della Giovanna – Un esempio è il progetto di accompagnamento all’abitare che abbiamo elaborato, recentemente approvato da regione Lombardia». Il piano, che prevede un finanziamento di 772mila euro, prevede «il potenziamento di percorsi di sostegno nei confronti degli inquilini di alloggi pubblici in condizione di vulnerabilità, l’assegnazione di contributi per mitigare l’incremento dei costi energetici sostenuti dall’inquilinato». In particolare il Comune potrà assumere, a tempo determinato, nuove figure professionali dedicate ai servizi abitativi pubblici. «Sarà una necessaria boccata d’aria per il nostro settore: figure dedicate permetteranno di mappare accuratamente lo stato dell’offerta Erp, indirizzare gli inquilini più fragili ai percorsi di welfare più indicati, migliorare il conferimento di rifiuti troppo spesso causa di problemi e lamentele nei contesti di edilizia pubblica».
Il cospicuo finanziamento si affianca ai progetti per lo sviluppo di un modello abitativo innovativo per le giovani generazioni nell’ex-ospedale Radaelli, la sperimentazione di alcune progettualità pilota nel campo dell’abitare intergenerazionale e l’avvio del ‘cantiere’ per una vera e propria agenzia per la casa. «Le città, e Cremona non fa eccezione — conclude Della Giovanna — si attrezzano con piani strategici per fronteggiare l’emergenza abitativa ma servono maggiori investimenti, nazionali e comunitari».
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