L'ANALISI
26 Febbraio 2025 - 19:18
CREMONA - Sentenze e ordinanze, ma anche verbali di sommarie informazioni o di pignoramento. Provvedimenti con tanto di emblema: ‘Repubblica italiana’. Di intestazione: ‘Tribunale di Cremona’, Tribunale ordinario di Milano, sezione Terza Civile, ‘Ufficio Sorveglianza di Milano’. E di firme a penna di dieci magistrati: cinque toghe cremonesi, tre milanesi e due ermellini. Atti in apparenza originali per chi non mastica diritto. Atti falsi, invece, fabbricati dall’avvocato Andrea Guizzardi per i suoi clienti che a lui si erano affidati e che di lui si erano fidati. Atti ‘patacca’ senza guadagnarci un euro. Ieri il giudice ha condannato il legale a 2 anni e 9 mesi anche per patrocinio infedele e all’interdizione dall’esercizio della professione per la durata della pena. Il pm onorario, Silvia Manfredi, aveva chiesto 3 anni e 10 mesi, l’avvocato Elisabetta Grandi l’assoluzione per il collega. Requisitoria e arringa a colpi di sentenze della Cassazione. Quelle richiamate dal pm: «Sembravano tutti atti veritieri, le persone offese non sono persone addette al sistema giustizia». E quelle richiamate dal difensore: «Gli atti non sono idonei ad integrare il reato di falso, perché non c’erano i requisiti essenziali». Entro 90 giorni la motivazione della sentenza.
In prima battuta, si chiude il caso che ha provocato uno scossone tra i colleghi di Guizzardi, avvocato garbato con la passione per la scrittura, al suo attivo tre romanzi dati alle stampe, diverse poesie e numerosi premi incassati in giro per l’Italia. Un insospettabile, l’avvocato. Anche per i suoi clienti. Il legale li teneva aggiornati, li rassicurava sul buon andamento delle cause.
È il caso di una coppia in guerra con la proprietaria della casa presa in affitto. A dicembre del 2019, la convocazione nello studio legale e la bella notizia. «Avete vinto». Vittoria con 2mila euro di risarcimento ‘certificata’ dalla sentenza con intestazione e firma del giudice. «E poiché eravamo sotto Natale, abbiamo regalato all’avvocato una pregiata bottiglia di vino rosso toscano». Poi, la scoperta shock: quel pezzo di carta era ‘patacca’.
Il patatrac è venuto a galla a giugno del 2020, quando la coppia è stata chiamata in Questura. La Squadra mobile stava già indagando sui falsi. Mesi prima, il sostituto commissario, Luca Mori, aveva bussato allo studio legale. Il «molto collaborativo» avvocato gli aveva consegnato pc, chiavette, hard disk: lo ‘scrigno’ degli atti falsi, in Word o in Pdf. Nelle carte dell’inchiesta c’è il caso del cliente convinto che il precedente legale gli fosse debitore di ben 61mila euro. Storia di 7 provvedimenti a firma del giudice Luca Giani, della copia di una ordinanza vergata dal giudice Gloria Maria Gambitta, di un’altra a firma del giudice Caterina Trentini. Sono i tre magistrati milanesi ‘tirati in ballo’ a loro insaputa dall’insospettabile avvocato di Cremona. Dallo ‘scrigno’ sono spuntati gli atti ‘patacca’ di cinque magistrati di Cremona: l’ ex pm Milda Milli, i giudici togati Chiara Tagliaferri, Stefania Grasselli e Francesco Panchieri, e i giudici onorari Tiziana Lucini Paioni e Lucia Valli. Così, per l’accusa Guizzardi si è infilato nei guai con «la sentenza della dottoressa Lucini Paioni con l’intestazione Repubblica italiana in nome del popolo italiano». Sentenza «con una concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto e la sottoscrizione del giudice vergata a penna».
Una miniera, il pc. Agli atti (veri) dell’indagine, anche gli atti falsi fabbricati con le firme di Luigi Abete e Danilo Sestini, giudici civilisti della Corte di Cassazione.
Dopo quasi un’ora di camera di consiglio, il giudice ha emesso la sentenza: «Condanna... Dichiara la falsità degli atti».
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