L'ANALISI
12 Luglio 2023 - 17:59
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Uno è Luigi Abete, l’altro Danilo Sestini. A Roma, sono giudici civilisti della Corte di Cassazione. A Cremona, sono due degli undici magistrati «parti offese» nella ‘fiction giudiziaria’ per l’accusa ideata e diretta, tra il 2018 e il 2020, da Andrea Guizzardi, l’avvocato accusato di aver fabbricato atti giudiziari falsi: sentenze, ordinanze, verbali di pignoramento. E di aver falsificato le firme a penna delle toghe. Atti in apparenza originali con l’emblema e l’intestazione ‘Repubblica italiana’ oppure ‘In nome del popolo italiano, Tribunale ordinario di Cremona’, ‘Tribunale ordinario di Milano, sezione Terza Civile’, ‘Ufficio Sorveglianza di Milano, il Magistrato di Sorveglianza’.
Atti «confezionati» dall’avvocato per rassicurare il cliente di turno di aver vinto la causa oppure che la causa stava andando per il verso giusto, quando di cause nemmeno l’ombra.
Oggi è stato aperto il processo. Il giudice acquisirà i verbali di sommarie informazioni rese dai magistrati sentiti durante le indagini: il pm Milda Milli, i giudici Francesco Panchieri, Chiara Tagliaferri, Stefania Grasselli, le got Tiziana Lucini Paioni e Lucia Valla; i giudici «meneghini» Luca Giani, Gloria Maria Gambitta e Caterina Trentini.
Non risultano verbali di sommarie informazioni rese dagli ermellini Abete e Sestini che, dunque, verranno sentiti il 6 dicembre prossimo insieme ai clienti di Guizzardi, anche loro «parti offese».
L’avvocato deve anche rispondere di patrocinio infedele: «Redigendo atti giudiziari falsi che successivamente consegnava ai propri assistiti, si rendeva infedele ai propri doveri professionali e arrecava nocumento alle parti da lui assistite innanzi all’Autorità Giudiziaria e segnatamente, li rassicurava sul buon andamento delle case da lui patrocinate, quando in realtà tali cause non erano state instaurate o stavano avendo un decorso completamente diverso rispetto a quello da lui prospettato».
Difeso dall’avvocato Elisabetta Grandi, Guizzardi non era in aula. Come è nata l’indagine, lo ha spiegato il sostituto commissario della Squadra Mobile Luca Mori. Storia di una causa di sfratto vinta dalla proprietaria che, con grande sorpresa scoprì, al contrario, di averla persa. Il capo di imputazione racconta che Guizzardi consegnò ai suoi clienti sfrattati una sentenza datata 7 maggio 2019 con in calce il nome e la firma del got Lucini Paioni e la copia di un verbale di pignoramento falso dell’11 luglio successivo «in base ai quali risultava che costoro fossero vittoriosi nel procedimento di cognizione successivo alla procedura di convalida dello sfratto, procedimento in realtà mai instaurato dal Guizzardi».
L’avvocato deve anche rispondere di patrocinio infedele. Chi ha indagato si presentò nello studio legale di Guizzardi per la perquisizione. Persona garbata l’ avvocato -scrittore che ha già dato alle stampe tre romanzi, incassando numerosi premi in giro per l’Italia.
Guizzardi «ha completamente collaborato», ha detto Mori, consegnando pc, chiavette, hard disk: lo scrigno degli atti «falsi» in World o in Pdf.
C’è il caso di un cliente a cui l’avvocato avrebbe fatto credere, «falsamente» di essere creditore di oltre 61mila euro da un precedente difensore, consegnandogli atti «patacca»: 7 provvedimenti a firma del giudice Giani, la copia di una ordinanza emessa dal giudice Gambitta, l’altra dal giudice Trentini. C’è il caso di una cliente, a cui Guizzardi fece credere di aver fatto ridurre il suo debito verso una banca, consegnandole «una falsa copia di provvedimento di riduzione della posizione debitoria, a firma della dottoressa Valla».
C’è il caso di un cliente convinto di essere creditore di ben 900 mila euro da una assicurazione attraverso falsi provvedimenti con le firme false del pm Milli, dei giudici Panchieri, Tagliaferri, Grasselli. E attraverso la copia di un provvedimento di fissazione di discussione relativo a un ricorso per Cassazione firmato dai consiglieri Abete e Sestini. Tutto falso.
La Squadra Mobile sentì i magistrati e i clienti cremonesi. I colleghi «delle altre squadre mobili» fecero accertamenti sugli altri casi.
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