L'ANALISI
15 Febbraio 2025 - 05:05
CREMONA - L’inverno demografico è ufficialmente iniziato. A parlare sono i numeri — forniti dalle segreterie delle scuole cittadine e aggiornati a ieri — delle preiscrizioni all’anno 2025/2026 degli alunni e studenti che inizieranno un nuovo ciclo di istruzione. In tutto saranno 2.925 i giovani che andranno in prima, in netta flessione rispetto ai 3.206 dell’anno in corso, con un calo di 281 iscritti, pari a circa l’8%. In totale si perderanno circa 11 classi, usando il divisore a 25. Se poi si guarda ai singoli ordini di scuola, si osserva che i ‘remigini’ saranno 491 contro i 578 dell’anno in corso, gli iscritti alla prima media 680 contro i 688 di quest’anno (le medie sono l’ordine di scuola che meglio tiene in termini numerici).
Alle superiori gli iscritti che il prossimo 12 settembre andranno in prima saranno 1.754 contro i 1.940 dell’anno 2024/2025 con un calo di 186 ragazzi.
Nelle scuole primarie, riequilibrando i dati con la soppressione del Cremona 5 e la ridistribuzione dei diversi plessi, il dato è quello di un calo generalizzato su tutti i comprensivi, più o meno pesante. «Si comincia ad avvertire il calo demografico — spiega Maria Giovanna Manzia, del Cremona 1 —. Noi siamo passati da 176 primini dell’anno in corso ai 126 del prossimo, mentre alla Campi abbiamo mantenuto le posizioni. Il calo è sulle primarie, e credo che sia generalizzato».
Barbara Azzali, del Cremona 4, commenta: «Siamo calati di sole 4 unità e possiamo considerarci fortunati. La diminuzione più consistente all’Anna Frank, ma i 188 nuovi iscritti dell’anno in corso sono stati un boom che se si fosse riproposto sarebbe stato difficile assecondare in termini di spazi».
Laura Rossi, del Cremona 3, che ha acquisito le primarie Manzoni e Stradivari, osserva: «Malgrado il calo generalizzato, l’acquisizione dei due plessi ha permesso di rafforzare le iscrizioni alla media Vida. Un buon segnale, ma, certo, il problema del calo demografico comincia a far sentire i suoi effetti. La situazione richiede riflessioni da condividere». Si rischia, alla lunga, di dover rivedere l’intero comparto, se il calo proseguirà in questo termini.
Passando in rassegna gli iscritti alle classi prime, si osserva che le uniche scuole che crescono in termini numerici sono il Manin, di quattro unità, «un risultato importante e frutto di un lavoro di orientamento ben fatto e che ha dato i suoi frutti — spiega la preside Maria Grazia Nolli —. Il fatto che l’indirizzo classico abbia tenuto, anzi abbia quattro studenti in più, è un buon risultato, tenendo conto che sul territorio ci sono anche il Vida, il Racchetti a Crema e il Romani a Casalmaggiore. A livello nazionale si parla di calo dei classici, noi siamo in controtendenza. Un bel segnale, ovviamente che premia il lavoro fatto».
All’Anguissola, dopo anni di boom e di crescita, per il secondo anno di seguito si assiste a un calo di iscrizioni per quanto riguarda le matricole, ma come per tutte le scuole, i dati di febbraio sono destinati a mutare a luglio, dopo gli scrutini finali. Chi perde una classe piena è, ad esempio, l’Aselli, con una flessione di 34 studenti. In merito il preside Alberto Ferrari osserva: «Dopo anni di significativo aumento degli iscritti, al di sopra dei numeri storici dell’Aselli, assistiamo ora a un calo nel liceo delle scienze applicate e, minimo, nel liceo ordinario. Crediamo comunque che l’efficacia dell’orientamento si legga nel numero dei promossi, cioè di coloro che hanno fatto una scelta adeguata a competenze e inclinazioni personali, più che degli iscritti. Ci siamo presentati con la consueta serietà, senza approcci pubblicitari, sottolineando la dimensione dell’accoglienza, ma anche della serietà e del necessario rigore per il naturale proseguimento degli studi. Lungi da me desiderare che il liceo Aselli sia una scuola elitaria, ma sappiamo che l’impegno e il successo negli studi liceali ed universitari non sono di tutti. È infine ragionevole pensare che il calo demografico tocchi maggiormente le fasce della popolazione più preparate culturalmente ad operare scelte di lunga prospettiva per l’istruzione dei figli».
Gli iscritti ai tecnici (1.008) superano di netto i liceali, in tutto 746. La scuola con più matricole è il Torriani. L’istituto che segna un balzo in avanti è senza alcun dubbio il Ghisleri che da 215 primini passa a 237, confermando come l’istruzione tecnica stia vivendo un momento di riscatto, dopo anni di supremazia liceale.
«Il dato rafforza le nostre convinzioni che l’istruzione tecnica sempre più risponda alle esigenze delle famiglie — spiegano la preside Lorenza Badini e la vice Gloria Grazioli —. L’incremento su tutti gli indirizzi è un bel segnale. L’indirizzo ex geometri si è consolidato, ma il risultato più interessante per il futuro è il consenso che ha riscosso il 4+2. Al percorso quadriennale con la possibilità di proseguire con un biennio post-diploma di Istruzione Tecnica Superiore è stato accolto da 19 primini, un numero che ci permette di avviare la sperimentazione che segna la via di una formazione tecnica pensata in sintonia con le esigenze reali del mondo del lavoro. Le premesse di interesse delle famiglie c’erano, ma vederle concretizzate in iscrizioni effettive non ci può che far piacere». La svolta auspicata dal mondo delle aziende sembra iniziata.
Nicoletta Ferrari, preside dell’Einaudi, condivide con gli altri colleghi il calo di nuovi studenti: «Abbiamo avuto una diminuzione nel numero delle iscrizioni che ci riportano con qualche numero in più ai valori delle iscrizioni dell’anno scolastico 2022/23. Credo che questi dati siano fisiologici, considerato il calo del numero complessivo degli studenti che approdano agli studi superiori — spiega —. Nei prossimi giorni accoglieremo le iscrizioni dei ritardatari e nei prossimi mesi accoglieremo anche le domande dei vari trasferimenti e/o cambi di indirizzo, pertanto i numeri sono destinati ad aumentare. Nel complesso, sono in aumento le iscrizioni all’indirizzo tecnico del turismo. La situazione è comunque in evoluzione».
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