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IL FRONTE DELLA SICUREZZA

Avanti il Daspo urbano: c’è l’ok in commissione

Sì alla proposta della giunta da FdI, Lega e FI. Astenuto Pasquetti, no di Tacchini (M5S)

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

14 Febbraio 2025 - 08:25

Avanti il Daspo urbano: c’è l’ok in commissione

CREMONA - Via libera in Commissione ai Daspo urbano. Approvata dalla Giunta nei giorni scorsi, la modifica dell’articolo 34 del Regolamento di Polizia locale e per la convivenza civile, ha avuto il via libera anche dalla Commissione Coesione sociale e Sicurezza che si è riunita ieri pomeriggio. Ora per essere operativa, la novità dovrà passare dal Consiglio comunale.

Un quasi unanime quello della Commissione presieduta da Cinzia Marenzi che ha rimescolato gli schieramenti politici. A sostegno della proposta dell’amministrazione hanno infatti votato anche Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia con Rosaria Compagnone. Sì anche da Maria Vittoria Ceraso (Oggi per domani). Assente il rappresentante di Novità a Cremona, Cristiano Beltrami. Dopo i dubbi espressi dal circolo Arcipelago, nella maggioranza si è astenuto l’avvocato Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona) con motivazioni tecnico giuridiche. L’unico voto contrario è venuto da Paola Tacchini (M5S).

Con la modifica vengono ampliate le aree della città da sottoporre a particolare tutela, nello specifico tutti i parchi ed i giardini storici, gran parte delle vie del centro, scuole, plessi scolastici e sede universitarie, l’area della stazione ferroviaria e zona circostante, piazzale delle ex tramvie, l’area di CremonaFiere e quella dell’ospedale, la zona compresa tra parco Rita Levi Montalcini, l’area verde di via Orti Romani e via mons. Enrico Assi nonché le strade limitrofe, l’area tra via degli Opifici e via della Vecchia Dogana. Qui è prevista l’applicazione della sanzione amministrativa da 100 a 300 euro nonché l’ordine di allontanamento. Ampliate anche le condotte vietate. Fra le altre, l’assembramento di persone dedite al consumo di alcool o sostanze stupefacenti, l’utilizzo improprio, l’imbrattamento, il danneggiamento delle strutture, giochi e arredi, l’esercizio abusivo del commercio; i rumori fastidiosi quali le grida, gli schiamazzi, i canti, specialmente se di persone riunite in gruppi o comitive; l’uso di apparecchi radio-stereo e simili a volume tale da creare disturbo o molestie alle persone; arrampicarsi su monumenti; praticare attività ricreative di qualsivoglia genere sulle aree pubbliche o aperte al pubblico transito compresi i marciapiedi ed i portici causando pericolo o pregiudizio alla libera fruizione delle aree alle persone; sdraiarsi per terra, bivaccare nelle strade, nelle piazze e nei marciapiedi, dormire all’interno dei parchi e giardini storici; consumare e detenere, a fine di consumo, sostanze alcoliche di qualsiasi gradazione all’interno dei luoghi e in determinati orari.
«Si tratta — spiega l’assessore alla partita Santo Canale — di condotte legate al decreto Minniti del 2017. Appena la modifica sarà approvata anche dal Consiglio cominceranno i controlli. Diamo quindi modo così alle forze dell’ordine di avere uno strumento aggiornato. Sono soddisfatto per questo voto che ci allinea anche ad altre città lombarde come Bergamo, Brescia e Mantova».

Dall’opposizione Jane Alquati spiega che nel nuovo Regolamento fra le zone a maggiore tutela ci sono «proprio quelle indicate nei miei interventi politici. È una misura che mi trova d’accordo e che va nella direzione di una maggiore sicurezza. È un evidente cambio di passo rispetto a quando l’amministrazione parlava di ‘percezione’ dell’insicurezza. La situazione evidentemente era tale da richiedere interventi. Non siamo ancora al punto di arrivo, ma la strada è quella giusta». Per Andrea Carassai (Forza Italia) si tratta di «un primo passo che dovrà necessariamente essere accompagnato da altre misure, come previsto dall’ordine del giorno depositato dal consigliere Saverio Simi, e votato all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso dicembre. Nella mozione il Consiglio impegna l’amministrazione a operare su tre direttrici fondamentali: il presidio del territorio, il decoro urbano e la prevenzione. Rispetto a queste linee di intervento, molto rimane da fare».

Dubbi sul nuovo articolo 34 li ha espressi Eleonora Sessa, che fa parte della segreteria del Pd, che pure ha votato favore. Astenuto invece Pasquetti: «Mi sono astenuto come già avevo fatto nel 2018, quando era stato previsto l’articolo 34 che già prevedeva multe e allontanamento. E che non ha mai funzionato, visto che da allora non è stata elevata una sola sanzione. Il decreto Minniti contempla delle prescrizioni talmente generiche da generare discussioni in sede di Corte costituzionale, che su un caso specifico ha dato la sua interpretazione. E la Corte europea dei Diritti umani ha rilevato un difetto di tassatività. Le condotte descritte nell’articolo 34 sono talmente ampie e generiche da poter dare adito ad arbitrarietàubriacarsi, urinare e abbandonare bottiglie. Ma il problema in queste zone è già stato risolto con l’intervento dei vigili e senza bisogno del Daspo urbano. Questo provvedimento poi finisce per spostare il problema in altre parti della città».

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