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CREMONA. GIUDIZIARIA

«Mio padre beveva ogni giorno, alzava le mani sulla mamma»

Il padre al banco degli imputati, la mamma, parte civile, che lo ha denunciato per maltrattamenti e lesioni. Testimonianza shock del figlio

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

11 Febbraio 2025 - 21:21

«Mio padre beveva ogni giorno, alzava le mani sulla mamma»

CREMONA - Il padre al banco degli imputati, la mamma, parte civile, che lo ha denunciato per maltrattamenti e lesioni. E il figlio, ora maggiorenne, chiamato a testimoniare: «Mio padre era alcolizzato. Insultava mia madre, andava fuori di testa. Alzava le mani sulla mamma, la spingeva, ho visto anch’io. Era violento quando beveva. Beveva ogni giorno whisky. Lo odio da quando ho scoperto che fuori aveva l’amante. Molto spesso, quando beveva, alzava le mani sulla mamma».

Accuse durissime lanciate contro il padre. Poi, fuori dall’aula, il ‘fuori programma’ con il padre che si rivolge al figlio: «Ti vengo a trovare».
«Mi ha minacciato». Madre e figlio saranno scortati all’esterno del palazzo di giustizia dalla polizia giudiziaria. Il padre se n’era già andato.

Oggi, prima del figlio, era stata sentita la madre, parte civile con l’avvocato Valentina Cenedella di Brescia.
Testimonianza lunga, sofferta. «Ci siamo sposati il 30 aprile del 2005. Nel 2006 è nato il nostro primo figlio e lui ha cominciato a picchiarmi. Quante volte? Dipende. Tre, quattro volte l’anno, dipende». Per picchiare cosa intende? «A volte mi tirava anche i capelli. Lui beveva tutti i giorni e io tutti i giorni gli dicevo di non bere». Pugni? La donna indica la spalla e «anche sulla schiena».

La prima denuncia è del 2007, poi la moglie l’ha ritirata, «perché volevo mantenere la famiglia unita». La seconda è arrivata 17 anni dopo, nel 2024. Come mai ha cambiato idea? «Non ho più tollerato. Dopo ho scoperto che lui aveva un’amante. Lui mi picchiava e mi diceva le parolacce». E lei non reagiva? «No, piangevo, piangevo. Mi picchiava sempre».

Si approfondisce un «episodio violento» avvenuto, da capo di imputazione, il 12 luglio del 2024. La donna si blocca. Le parole non le escono più. Il presidente del collegio sospende il processo: una breve pausa. La donna esce, sorseggia dell’acqua, torna in aula. «Era tornato a casa ubriaco. Mi ha picchiato con la ciabatta. Mi sono rifugiata in bagno». Si passa al secondo episodio, 2 agosto del 2024. Che è successo? «Ero tornata a casa dopo il turno di notte. Lui è uscito alle 7.30 per andare a lavorare. Alle 11 sento la sua voce, era tornato dal lavoro. ‘Come mai sei tornato?’ Lui ha iniziato a trattarmi male, mi ha tirato i capelli, buttato per terra. Diceva che dovevo pensare alle mie cose e non fargli domande. Mi ha detto: ‘Ora chiama i carabinieri’. Sono andata al Pronto soccorso. È successo anche altre volte». E il suocero? «Anche mio suocero mi ha picchiato».

Il marito è stato allontanato da casa, ma la moglie gli preparava da mangiare. Le pietanze gliele faceva portare dal figlio. «Sì, gli portavo io da mangiare. Mia madre voleva anche perdonarlo, poi ha scoperto l’amante e basta». L’avvocato Simona Bozuffi, difensore del padre, procede con le contestazioni, evidenzia le contraddizioni tra quanto raccontato ai carabinieri e quanto riferito in aula sia dalla madre sia dal figlio. Processo aggiornato a settembre.

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