L'ANALISI
11 Febbraio 2025 - 17:43
Nel riquadro l'avvocato Zucchetti
RIVOLTA D'ADDA - Casa a Paullo (Milano), l’8 maggio del 2022, domenica, con l’auto della sorella scese nel Cremasco. Sulla strada bassa che da Agnadello porta a Rivolta, rapinò un pensionato in bicicletta: lo spinse nel fosso, gli portò via un pacchetto di sigarette e lo smartphone.
Per il pm e per il Tribunale, il rapinatore è Patrizio Mostardini, natali a Viareggio (Lucca), 54 anni da poco compiuti, recidivo, oggi condannato a 3 anni e 6 mesi per rapina aggravata e lesioni alla vittima (classe 1961), finita al Pronto soccorso con un trauma alla mano sinistra e due falangi rotte: 25 giorni di prognosi.
Come andò quel pomeriggio lo ha raccontato il testimone che incrociò il pensionato sulla strada e lo soccorse. Era pomeriggio, tra le 16.30 e le 17. «Stavo percorrendo la strada di campagna». In giro non c’era nessuno. «Il signore aveva le mani che sanguinavano».
Dopo la rapina, il pensionato si presentò alla stazione dei carabinieri di Rivolta. «Era in stato confusionale», ha detto il militare. «Ci ha riferito di aver subito un furto, una rapina sulla strada bassa. Ci ha indicato una Peugeot scura. Ha parlato di un uomo che gli aveva chiesto del denaro». Al rapinatore, il pensionato non diede retta («Non ha risposto) e, allora, «gli ha rubato le sigarette e il cellulare».
«Un soggetto di sesso maschile», «una Peugeot di colore scuro» e lo smartphone portato via alla vittima. Da questi tre elementi partirono le indagini per risalire al bandito solitario della domenica sulla strada di campagna deserta.
Il telefonino agganciò le «celle» della zona interessata. Agli atti dell’indagine, il collegamento, tre quarti d’ora dopo la rapina, all’utenza all’imputato, «residente a Paullo con la sorella». E, guarda caso, alla sorella era intestata una Peugeot. I carabinieri analizzarono «i varchi» per verificare il percorso, il tragitto fatto dall’auto. La Peugeot passò nella zona del furto. Questi ed altri indizi messi insieme, ricomposero il puzzle.
«È provata la penale responsabilità dell’imputato. È stato individuato il veicolo, la Peugeot scura con cui il rapinatore è arrivato. Le lesioni subite dalla vittima sono certificate in atti: mani insanguinate. Il luogo era isolato, una strada di campagna. Chiedo la condanna a 4 anni di reclusione e a 1.200 euro di multa», le conclusioni del pm Andrea Figoni.
L’avvocato Alberto Zucchetti era il difensore dell’imputato: difensore d’ufficio. Non lo ha mai visto né sentito il suo assistito. Mostardini non si è mai fatto vivo con lui neanche per telefono, nonostante la «raccomandata» inviata. Ora, la rapina non è un reato ‘bagatellare’. Ma tant’è. Non è il primo caso di imputati ‘fantasma’ con gli avvocati che studiano il fascicolo e vanno in aula a difenderli.
Il rapinatore è stato condannato anche alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Entro 90 giorni, il Tribunale depositerà la motivazione della sentenza.
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