L'ANALISI
12 Febbraio 2025 - 05:20
Nel riquadro Fioretta Poli
CALVATONE - Un fenomeno sempre più preoccupante sta emergendo nel territorio: il numero di rinunce di proprietà e di sequestri di cani allevati e commercializzati illegalmente è in costante aumento. A lanciare l’allarme è Fioretta Poli, presidente dell’associazione La Cuccia e il Nido, che gestisce il Parco Rifugio canile e gattile di Calvatone. «Abbiamo visto situazioni davvero particolari – racconta Poli –, come quella di un uomo che aveva deciso di allevare alani in casa. Ha comprato quattro adulti, poi una coppia ha avuto dieci cuccioli. Alla fine si è ritrovato con 14 alani in casa e non sapeva più come gestirli». Il caso si è aggravato quando il proprietario, in difficoltà, ha iniziato a trascurare gli animali: «Aveva dei cuccioli chiusi in una stanza, convinto che non dovessero più essere allattati. La madre, con una mastite, non poteva prendersi cura di loro. Quando i cani sono arrivati da noi, due erano in condizioni disperate».
Ma questo è solo uno dei tanti esempi. «C’è stato il caso di un uomo che allevava pitbull senza controllo, convinto che la sua religione vietasse la sterilizzazione. Li faceva riprodurre continuamente e li vendeva. Poi, quando la situazione è sfuggita di mano, i cani sono finiti da noi».
Un altro caso è quello di «un allevatore che anni fa era stato denunciato per avere 333 cani tenuti in condizioni terribili. Gli sono stati sequestrati, ma nel frattempo ha continuato a far riprodurre gli animali, intestandoli alla moglie. Adesso lui è malato, lei non riesce più a gestirli e ci siamo ritrovati con un’altra ventina di cani da recuperare».
Secondo Poli, il problema nasce da un mix di incoscienza e ricerca del guadagno facile: «Molti pensano di poter fare soldi con l’allevamento senza rendersi conto di quanto sia complesso. Comprano due o tre fattrici, fanno nascere i cuccioli e li vendono a prezzi che vanno dai 300 agli 800 euro, in alcuni casi anche fino a 1.000 euro. Ma quando non riescono a piazzarli, cosa fanno? Li abbandonano, li lasciano senza cibo o li danno via senza alcuna garanzia». A complicare la situazione ci sono anche le rinunce di proprietà dovute a problemi personali o di salute: «Molte persone anziane o malate non riescono più a gestire i loro cani. A volte gli eredi rifiutano l’eredità pur di non dover prendersi cura degli animali, lasciandoli in condizioni disperate. Gli assistenti sociali e i Comuni ci segnalano sempre più casi di cani e gatti lasciati soli, abbandonati a se stessi in casa o in recinti di fortuna».
Il Parco Rifugio di Calvatone si trova così a dover affrontare situazioni sempre più difficili. «Quando arrivano da noi, gli animali sono spesso malati, denutriti, affetti da filaria o altre patologie. Grazie alla nostra clinica veterinaria riusciamo a curarli, ma le terapie sono lunghe e costose. Alcuni hanno bisogno di trattamenti che durano anni». Oltre al soccorso diretto, il rifugio è impegnato anche in un’attività di sensibilizzazione ed educazione e in interventi assistiti con gli animali per supportare persone sole e fragili.
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