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CREMONA. IL CASO

Hanno diffamato il ‘giornalista-operaio’

«Traditore»: vittima l’editore indiano di una testata on line, condannati tre connazionali

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

05 Febbraio 2025 - 21:54

Hanno diffamato il ‘giornalista-operaio’

CREMONA - Ha sempre coltivato la passione per la scrittura, «ho trasmesso notizie per altri giornali». Poi il giornale se lo è fatto: la testata online www.theeuropetimes.com, registrata in Tribunale a Cremona nel 2014. Satwinder ha 44 anni, è in Italia da 22, cittadino italiano dal 2017, operaio-giornalista, editore e direttore responsabile della testata. Pubblica notizie di qualunque tipo, fatti che accadono sia nel mondo sia in provincia di Cremona. Anche notizie su giovani indiani che hanno commesso reati. A qualcuno ha dato fastidio.

Nel 2020, sul gruppo WhatsApp ‘Italian Group’ è girata una immagine di Satwinder e un video accompagnati da frasi pesanti. Lo si accusava di dare dei criminali ai sacerdoti del templi Sikh, dei gangster ai giovani indiani, di essere un traditore, essendo lui, sikh, membro del partito nazionalista indù di destra Bharatiya Janata Party (BJP) e del Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), un’organizzazione induista radicale di estrema destra.

Diffamazione per il giudice, che nel processo in abbreviato, ha condannato a quattro mesi di reclusione ciascuno, tre connazionali di Satwinder, tra i quali un sacerdote sikh. Per due di loro la pena è stata sospesa. Il giudice li ha condannati anche a risarcire con 3mila euro (provvisionale) il direttore della testata, parte civile con l’avvocato Alessandra Gambazzi.

È andata così. Il 23 ottobre del 2020, Satwinder riceve una telefonata dal presidente, così si presenta, della comunità sikh ‘Indian Sikh Community Italy’. Lo informa di un video e di alcuni messaggi che stanno circolando sul gruppo WhatsApp. Satwinder verifica la notizia: non è una fake.

L’11 novembre, presenta una querela ai carabinieri. «Nei video e nei messaggi si dice che io prendo soldi per le notizie, che io sono indù. Scrivono che affermerei che sono contro il sacerdote Sikh e che, per tutelarlo, si invita a diffondere questi video e messaggi contro di me». Al carabiniere che prende la denuncia, Satwinder smentisce le accuse: «Posso riferire con certezza che io non ricevo denaro da nessuno per pubblicare le notizie sul mio giornale. Non è vero che io sono contro la religione Sikh, non ho mai affermato con nessun mezzo che i giovani singh sono gangster e non ho mai avuto problemi o diverbi con con il sacerdote. Quindi, presumo che l’invito a diffondere questi messaggi e video sia al solo scopo di diffamare me e il mio giornale». Un’idea del perché ce l’ha: «Penso che questo venga fatto per screditarmi in quanto alcune volte ho pubblicato notizie di cronaca che riguardano alcuni cittadini indiani che hanno commesso reati per la giustizia italiana e il fatto che io li abbia pubblicati viene visto come se io volessi mettere in cattiva luce i ragazzi Sikh». Ma, aggiunge, «questo non è vero, perché io pubblico notizie risultanti dalla stampa italiana senza aggiungere miei commenti personali». Spiega di non aver mai avuto «minacce esplicite», ma di aver «constatato che questi messaggi e questo video hanno creato un po’ di diffidenza nei miei confronti. E questo mi dispiace».

«Siamo soddisfatti della sentenza — commenta l’avvocato Gambazzi —. Il mio cliente ha sofferto abbastanza, perché è un personaggio conosciuto e stimato nella sua comunità. Esercita la sua attività di giornalista nel modo più semplice, ovvero pubblica le notizie senza commentarle. Ma la cosa che più lo ha ferito è la falsa accusa di appartenere alle due organizzazioni di estrema destra».

«L’idea di fondare un giornale indiano — spiega il direttore — era quella di trasmettere notizie dell’Italia e dell’Europa sia di cronaca sia di attualità ai miei connazionali per tenerli al corrente di ciò che accadeva. Un giornale scritto e stampato in due lingue — punjabi e hindi — in modo che tutti nella comunità possano leggere le notizie».

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