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L’INQUINAMENTO ACUSTICO

Novemila i cremaschi nella morsa del rumore

Cinque le vie con almeno tre milioni di veicoli in transito l’anno: qui i valori oltre i limiti

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

23 Gennaio 2025 - 05:15

Novemila i cremaschi nella morsa del rumore

CREMA - Sono cinque le strade cittadine dove transitano oltre tre milioni di veicoli all’anno: le vie Milano, Libero Comune Stazione Cadorna ed Europa. E qui vivono 9.000 cremaschi, che devono fare i conti con l’inquinamento acustico. In base alla normativa nelle aree urbane di tipo misto, come queste vie in questione, il rumore non dovrebbe superare i 55 decibel di giorno e i 45 di notte. La mappatura acustica commissionata dal Comune, per rispettare le disposizioni europee, evidenzia infatti che è più elevato. L’indagine ha riguardato in particolare 853 metri di via Stazione, 593 di via Cadorna, 1,6 chilometri di viale Europa, 1,34 chilometri di via Libero Comune e 2,9 chilometri di via Milano. «Come area di studio delle emissioni sonore è stata considerata una zona di estensione pari a 300 metri rispetto alla linea di mezzeria stradale», si legge nello studio. E vengono indicate le tipologie di interventi che potrebbero essere adottati, anche in modo integrato, per mitigare il livello di pressione sonora.

Le prime sono quelle alla sorgente, ovvero «agire sul flusso di traffico, la velocità media, la fluidità, il tracciato della strada e delle intersezioni e la tipologia di pavimentazione. Rientrano tra queste misure l’istituzione di sensi unici alternati, di zone a velocità limitata, l’adozione di rallentatori quali dossi artificiali, restringimenti di carreggiata, ma anche la realizzazione di rotonde e la sostituzione del manto stradale con un tipo drenante e fonoassorbente».

Poi ci sono le opere di mitigazione realizzate sulla via di propagazione del rumore: tra la sorgente (quindi i veicoli) e il recettore, ovvero il cittadino. «Rientrano in questa categoria le barriere acustiche, i terrapieni, le barriere vegetali, le gallerie artificiali. Che rappresentano di gran lunga i sistemi di mitigazione più utilizzati». Le diverse tipologie e strutture disponibili (in termini di materiale, di altezza) consentono di progettare l’intervento adattandolo agli obiettivi che si vogliono raggiungere. «E in termini di rumore abbattuto, le barriere rappresentano una delle misure più efficaci, anche se irrealizzabili, ad esempio nelle situazioni ad alta urbanizzazione dove gli edifici da proteggere dal rumore sono in affaccio».

Infine gli interventi dei residenti: «Lavori finalizzati a migliorare l’isolamento acustico dell’edificio e alla riduzione del rumore registrato negli ambienti interni. Rientrano in questa categoria l’installazione di doppi vetri, di guarnizioni a porte e finestre, la sostituzione dei serramenti con nuovi a elevata prestazione fono isolante. La sostituzione dei serramenti di edifici vecchi garantisce un deciso aumento dell’isolamento acustico garantito dalle facciate, tuttavia è necessario considerare che, ad esempio, durante l’estate, un appartamento senza impianto di condizionamento dell’aria risulta scarsamente godibile a finestre chiuse».

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In base ai dati dello studio, il sindaco Fabio Bergamaschi con l’assessore alla Viabilità Giorgio Pagliari e gli altri colleghi coinvolti, aprirà un tavolo di lavoro per individuare possibili interventi. «Ci sono già progetti in corso per mitigare l’impatto acustico — conferma Pagliari — come le barriere verdi lungo via Milano, in aggiunta all’attuale siepe, a protezione del quartiere San Carlo. I lavori di piantumazione sono previsti già nei prossimi mesi. Di grande importanza è anche la posa di asfalto fonoassorbente, ma in questo caso bisogna valutare il rapporto tra i costi e i benefici. Mi riferisco alla durata del materiale rispetto a quello tradizionale».

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