L'ANALISI
15 Gennaio 2025 - 05:15
CASALMAGGIORE - Le addette alla pulizia dell’ospedale Oglio Po vivono un momento di incertezza e preoccupazione a seguito della comunicazione ufficiale da parte della società per cui lavorano, che ha avviato una procedura di concordato semplificato presso il Tribunale di Milano. La lettera inviata ai dipendenti, datata 10 gennaio 2025, ha confermato una situazione finanziaria critica, alimentando dubbi e timori per il futuro.
«La società in questione — spiega Carlo Ghisi, segretario generale della Fisascat Asse del Po Cisl — ha comunicato di aver presentato il 3 dicembre 2024 un ricorso per l’ottenimento della procedura di concordato semplificato. La società, che ha sempre risposto in modo rapido anche a noi, ha assicurato che continuerà le proprie attività ma con il divieto di pagamento dei debiti sorti prima di quella data, salvo autorizzazione del Tribunale». Questa misura, volta a garantire il trattamento equo di tutti i creditori, ha però effetti diretti sugli stipendi e sulle condizioni economiche delle lavoratrici. «Parliamo di una quindicina di persone».
La società ha informato i dipendenti che gli stipendi di novembre 2024 e la tredicesima mensilità saranno erogati solo dopo l’approvazione del Tribunale, senza alcuna previsione sui tempi necessari. Inoltre, il pagamento degli stipendi relativi a dicembre 2024 e gennaio 2025 è stato parzialmente garantito con tempistiche dilazionate: il saldo per dicembre è stato annunciato per il 10 gennaio, mentre per gennaio si prevede un acconto entro metà mese e il saldo entro il 15 febbraio. «Per i lavoratori cessati, le competenze maturate saranno corrisposte unicamente previa autorizzazione giudiziaria», aggiunge Ghisi.
Questa situazione sta generando profonda ansia tra le addette alla pulizia, che già operano in un settore spesso caratterizzato da contratti precari e salari bassi. Molte di loro dipendono esclusivamente dagli stipendi per il sostentamento delle proprie famiglie e affrontano difficoltà economiche aggravate dai ritardi nei pagamenti. «Le spese non aspettano e noi abbiamo bollette, affitti e figli da mantenere», afferma una lavoratrice.
«Fintanto che la situazione giudiziaria non sarà definita, la società può solo erogare degli acconti — spiega Ghisi —. La speranza è che il Tribunale di Milano prenda decisioni rapide, perché parliamo di un servizio essenziale come un ospedale».
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