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CREMONA. OSPEDALE

Emergenza in tilt: dirottati i casi meno gravi

Ondata di accessi per l’influenza, anche 10 ore di attesa. Rafforzato lo staff in turno

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

12 Gennaio 2025 - 05:10

Emergenza in tilt: dirottati i casi meno gravi

CREMONA - Pronto soccorso preso d’assalto e sovraffollato l’altra notte: 70 accessi in poche ore, dalla tarda serata all’inizio della giornata di ieri. La quasi totalità per sindrome influenzale, specialmente persone avanti con gli anni. Un afflusso che ha messo in crisi il sistema. Inevitabilmente i pazienti in condizioni non preoccupanti, i cosiddetti codici verdi e bianchi, si sono sorbiti attese che si sono protratte per oltre sei ore, con punte di 10. E le ambulanze con i casi non urgenti sono state dirottate altrove. L’Asst è corsa subito ai ripari, richiamando in servizio un medico e un infermiere in più rispetto agli standard. I due si sono messi a disposizione dalla serata di ieri, con lo staff medico che è dunque salito a quota tre, rispetto alle due unità in turno abitualmente.

Il picco influenzale, che ha ormai colpito tutto il territorio provinciale, si è manifestato in maniera importante in città e nel circondario con l’arrivo del week end. Sino a venerdì, infatti, il pronto soccorso del Maggiore non aveva registrato problemi di sovraffollamento, mantenendo gli standard di accessi giornalieri intorno ai 100 pazienti. Su questi arrivi incide anche il fatto che, di norma, nel fine settimana i medici di medicina generale non effettuino attività ambulatoriale o visite domiciliari.

Per evitare di affollare i pronto soccorso e sorbirsi poi attese infinite, non va dimenticato che da quest’anno è attivo il nuovo sistema dell’hotspot infettivologico, lanciato dalla Regione a dicembre, proprio per sgravare gli ospedali dall’impatto della pandemia influenzale. Prevede che il paziente abbia prima un contatto telefonico con un medico. Chi ha sintomi, può chiamare il numero gratuito 116117: il primo consulto avviene dunque da remoto. Poi c’è la possibilità che il cittadino venga inviato presso il punto di prima assistenza, per la visita. L’hotspot infettivologico accoglie bambini dai sei anni e adulti; in particolare coloro che necessitano di una visita fuori dagli orari di servizio del medico di medicina generale o del pediatra. Viene così offerto un supporto immediato, attivo tutte le sere dalle 20 a mezzanotte.

Il medico provvede ad effettuare accertamenti diagnostici attraverso dispositivi specifici, quali tamponi nasofaringei di terza generazione per rilevare influenza e Covid, strumenti per la rilevazione dei parametri vitali, saturimetro ed ossigeno. Può quindi prescrivere una terapia farmacologica, richiedere un’ulteriore consulto specialistico, rimandare la persona a casa o, se necessario, al pronto soccorso. Il punto di assistenza sarà attivo per altri due mesi anche sulla base dell’andamento epidemiologico.

«Nelle scorse ore, in particolare durante la nottata – hanno confermato ieri dall’Asst – c’è stato un afflusso importante di utenti con sindromi influenzali e respiratorie, in particolare persone anziane, addirittura 70 pazienti in poche ore, tra venerdì sera a ieri mattina». Un super lavoro per lo staff medico, infermieristico e ausiliario agli ordini del primario Francesca Co’. Nel pomeriggio, stando a quanto comunicato dalla Regione, il punto di primo intervento risultava ancora sovraffollato, poi con il passare delle ore la situazione è andata migliorando e verso le 17 il pronto soccorso di Cremona è tornato ad accettare i codici verdi. La procedura prevede che in questi casi l’Agenzia regionale di emergenza urgenza, a cui è demandato il compito di distribuire gli interventi delle ambulanze del 118 e dunque le conseguenti destinazioni di chi viene assistito dagli equipaggi, può deviare le ambulanze su altri ospedali. Così è avvenuto ieri nel caso del Maggiore.

Stando al racconto di un soccorritore i «codici verdi sono stati dirottati su altri pronto soccorso meno affollati, ad esempio Asola e Casalmaggiore». In effetti, nel pomeriggio questi due presidi presentavano minori criticità, soprattutto l’ospedale Oglio Po. Chi continua invece a soffrire del problema sovraffollamento, ormai da diversi giorni, è Crema. La situazione non molto diversa anche in diversi altri ospedali delle province confinanti. Stando agli aggiornamenti forniti dalla Regione, ieri risultavano intasati i punti di primo intervento di Lodi, Romano di Lombardia, Chiari e Montichiari. Meno pressione a Casalpusterlengo, Manerbio e Melegnano.

Infine, dagli addetti ai lavori arriva un appello alla vaccinazione, come ricordato venerdì da Angelo Pan, direttore dell’unità operativa di Infettivologia del Maggiore: «Non è mai troppo tardi per proteggersi».

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