L'ANALISI
11 Gennaio 2025 - 16:18
COMMESSAGGIO - Dovrà scontare agli arresti domiciliari la condanna di 1 anno, 10 mesi e 14 giorni per diffamazione e atti persecutori Lorena Buzzago, 55 anni, residente a Commessaggio. La decisione è arrivata dal Tribunale di sorveglianza di Brescia e le è stata notificata dai carabinieri della Compagnia di Viadana.
La vicenda vede vittime il sindaco di Mantova Mattia Palazzi e l’allora consigliere comunale Pierluigi Baschieri ed è in corso ormai dal 2018, quando il caso esplose, anche a causa della pubblicazione di un libro anonimo – ma poi riconducile alla donna – che si intitolava ‘50 e più sfumature di giallo. Mantova vista a 90 gradi’. Il volume era stato anche sequestrato dalla Digos e la stessa Questura di Mantova ne aveva chiesto il ritiro, anzi aveva invitato i cittadini che lo avevano ricevuto a qualsiasi titolo, a «consegnarlo spontaneamente presso gli uffici della Questura di Mantova al fine di non incorrere in gravi conseguenze di carattere penale con la sua ulteriore diffusione, anche se fatta in buona fede, in quanto pubblicazione priva delle indicazioni obbligatorie di stampa e dal contenuto fortemente diffamatorio».
La donna – che ai tempi svolgeva la professione di maestra in una scuola del capoluogo virgiliano – era stata oggetto anche di un ammonimento dell’allora Questore di Mantova Paolo Sartori, oltre che destinataria della misura del divieto di avvicinamento. Era stata anche sottoposta a una perquisizione domiciliare – tra Commessaggio e Buscoldo di Curtatone dove era domiciliata – dopo la quale aveva fatto perdere le proprie tracce per qualche tempo, salvo poi ricomparire per presentarsi davanti al giudice.
Prima di questa condanna la 55enne aveva incassato un’assoluzione, arrivata alla fine di novembre. Secondo quel procedimento «avrebbe disatteso reiteratamente la misura cautelare applicatale il 5 luglio 2019 dal gup, avvicinandosi in misura inferiore al limite di 200 metri dai luoghi frequentati da sindaco e consigliere, in particolare alla sede municipale di via Roma». Secondo il giudice Maria Silvia Siniscalchi, il fatto non sussiste in quanto il distanziamento non era verso i luoghi ma verso le persone.
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