Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA. INCIVILTÀ

All'Itis striscione violato: «Ma non ci fermeranno»

Vandali in azione nella notte di giovedì. Arriva la solidarietà dalla Fondazione Cecchettin

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

10 Gennaio 2025 - 19:44

All'Itis striscione violato: «Ma non ci fermeranno»

CREMONA - «La violenza non ha genere, ma il femminicidio sì». Un messaggio chiaro, verrebbe da dire scontato, se non fosse per episodi come quello che si è consumato l’altra notte nei pressi dell’Itis, quando qualcuno ha imbrattato lo striscione che recita ‘Quante donne ancora?’ in riferimento al fenomeno della violenza di genere.

Una domanda spontanea che sorge ogni volta che le cronache nazionali o locali sono riempite dalla notizia dell’ennesimo femminicidio. Nell’anno appena trascorso sono stati 114, numeri di un cancro sociale tanto pervasivo quanto ostinato da sradicare: ogni tre giorni, nel nostro Paese, una donna viene uccisa in quanto donna. «Hanno scritto in rosso che ‘la violenza non ha genere’ e sull'altro lato della tangenziale qualcuno ha scritto che le morti dei maschi sarebbero di serie b, non raccontate dai telegiornali».

Ma l’azione non intimidisce le promotrici dell’iniziativa di sensibilizzazione: «L’obiettivo – spiegano – era svegliare dall'indifferenza e provocare, perché sia evidente a tutti l'inadeguatezza di chi, per evitare di affrontare seriamente il problema, rilancia con povertà argomentativa. Negare il femminicidio e la rilevanza del fenomeno nella sua specificità non è il metodo corretto per porre l'attenzione sulle altre violenze e i tanti, troppi problemi di una società sempre più costruita sul contrasto e le contrapposizioni».

Il comunicato diffuso dalle promotrici dell’iniziativa e sottoscritto dalla dirigente scolastica Simona Piperno si conclude con l’assicurazione che «noi continueremo a occuparci di questo aspetto della società e non ostacoleremo mai chi volesse impegnarsi per un'altra causa purché non ostacoli la nostra battaglia».

La scuola ha raccontato quanto accaduto alla fondazione Giulia Cecchettin. Il padre Gino ha sottolineato, nell’esprimere la propria solidarietà all’istituto, come «episodi come questo ci ricordano quanto sia ancora necessario combattere contro atteggiamenti che minimizzano il problema della violenza di genere. A nome della Fondazione Giulia Cecchettin, desidero esprimere il nostro sostegno al vostro operato e condannare con forza ogni tentativo di distogliere l’attenzione dall’urgenza di affrontare il femminicidio come fenomeno specifico e strutturale».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400