L'ANALISI
21 Dicembre 2024 - 09:50
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Giovedì 10 marzo del 2022: quando alle sette e mezza del mattino tre carabinieri si sono presentati a casa sua con un mandato di perquisizione, lui, pensionato, è cascato dalle nuvole. Ha scoperto così di essere indagato per circonvenzione di incapace. Per ‘circonvenzione’ della signora Giuliana, classe 1933, l’accusa che due anni dopo, ieri, lo ha portato sul banco degli imputati.
Settantasei anni, quaranta di lavoro, da quando è in pensione l’anziano fa un po’ di volontariato.
«Accompagno le signore anziane a far spesa, dal medico. Per il servizio mi pagano la benzina, 10 euro cose così».
Del suo ‘giro’, faceva parte anche Giuliana, una vita da infermiera. Il 76enne l’aveva conosciuta nel 2010 attraverso una parente di lei. La signora è scomparsa il 7 agosto di quest’anno (era ricoverata in una Rsa).
Il processo nasce dalla querela presentata da una nipote di Giuliana: quando ha fatto la domiciliazione bancaria per la retta dell’Rsa, si è accorta che dal conto erano stati effettuati vari prelievi con il bancomat della zia.
Per l’accusa, «abusando del rapporto fiduciario costruito negli anni» con Giuliana e «approfittando» di un «deficit cognitivo senile» della signora», dal primo luglio al sei settembre del 2021, il pensionato avrebbe indotto Giuliana ad attivare la carta bancomat alla filiale Bpm di piazza IV Novembre, dove lei aveva il conto corrente. E con la tessera di Giuliana avrebbe fatto diversi prelievi per duemila euro. In ballo ci sono poi altri tremila euro e trentamila «regalati» ad un altro nipote di Giuliana.
«Quei trentamila euro erano una donazione che mi ha fatto la zia ad agosto del 2021. Mi ha chiamato il signore per annunciarmi che la zia voleva farmi la donazione, perché prima di lui, mi sono occupato io della zia. La portavo a fare le visite mediche, in ospedale e a fare la spesa al supermercato. Prima del Covid era autonoma, nessun problema, i soldi li gestiva lei. Poi a mia zia ci ha pensato il signore, anche perché io avevo poco tempo per il lavoro — ha spiegato il nipote —. Andavo a trovarla. Mai una lamentela, mai un disappunto. Io ero tranquillissimo. In banca per la donazione andammo io, mia zia e il signore che l’aveva accompagnata».
Alla nipote che ha fatto querela, la zia ha lasciato in eredità la casa.
Al processo è emerso che quando l’anziana fu accompagnata in banca per fare la tessera, era perfettamente ‘lucida’. Uscì dall’istituto di credito con due buste sigillate: in una c’era la tessera, nell’altra il pin.
A settembre del 2021, in Rsa l’anziana arrivò in ambulanza dall’ospedale Maggiore dopo una caduta. Un camice bianco si è segnato sul carteggio due un episodio del 25 marzo 2022.
«Il signore venne in struttura a trovarla, la signora era contenta della visita, poi però il comportamento del signore non è stato adeguato».
Ha spiegato il motivo. L’imputato aveva saputo della querela presentata contro di lui dalla nipote. A Giuliana aveva chiesto di convincere la nipote a ritirarla.
Difeso dall’avvocato Cesare Grazioli, il pensionato si difenderà l’11 aprile prossimo. Spiegherà che «era stata la banca a consigliare alla signora di fare il bancomat, perché lei andava sempre in banca a prelevare. Io non ho messo in tasca un euro dei suoi soldi, ci mancherebbe. Prelevavo per lei e glieli davo. In 76 anni non mi è mai capitata una cosa del genere. Accompagno diverse signore anziane a far spesa o dal medico. Giuliana ha sempre parlato bene di me».
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