L'ANALISI
20 Dicembre 2024 - 21:13
Maria Ragaglia, la mamma 38enne che è morta nel fuori strada
SOSPIRO - Sole, 2 anni appena, è la più piccola. Continua a cercare la sua mamma. Quando sente il rumore dell’auto nel vialetto, dice: ‘Mamma, mamma’. E lo stesso accade quando guarda la fotografia. Aurora ha 7 anni, Cristian 14, Giulia, la più grande, 17. Il 22 novembre scorso, venerdì, hanno perso la loro mamma Maria Ragaglia, 38 anni, in un terribile fuori strada sulla provinciale tra Derovere e Cingia de’ Botti, dove abitava con il marito Davide e i suoi quattro figli. Erano le dieci passate. Dopo la semicurva, Maria ha perso il controllo dell’auto, una Fiat Multipla, si è girata su se stessa, ha tentato di tenerla in asse, è finita dalla parte opposta. L’auto è volata nel fosso ed è finita contro il tronco di un albero. L’impatto, laterale, è stato violentissimo. Maria è morta sul colpo.
«Una catastrofe per tutti. È qualcosa che non riusciamo nemmeno a metabolizzare. Noi chiediamo che la morte di nostra sorella non vada nel dimenticatoio, che ci si guardi dentro, si faccia chiarezza, perché ci sono alcune cose da verificare. Noi vogliamo capire, almeno che si tolga ogni dubbio. Non accusiamo nessuno, sia chiaro, però nostra sorella aveva fatto il cambio gomme un’ora prima e quella strada era sporca di fango, c’erano blocchi di fango».
Nello studio legale dell’avvocato Alessandro Vezzoni (nella foto), chiarezza la chiedono Massimiliano e Silvia, 43 e 36 anni, due dei quattro fratelli di Maria, seconda di cinque in tutto con Marco e Andrea, 37 e 30 anni. Maria era così attaccata alla mamma Rosa, 70 anni, e alla sua famiglia che tre anni fa con il marito aveva lasciato il Piemonte per stare vicino ai suoi cari. Da un mese, lavorava come operatore socio sanitario a Cremona Solidale. «Era il perno della famiglia. Un giorno Sole potrebbe dirmi: ‘Zio, che cosa hai fatto per la mamma? Hai lasciato perdere oppure?’».
L’auto è tuttora sotto sequestro. In Procura c’è un fascicolo contro ignoti. «Vogliamo che sia tolto ogni dubbio». Silvia e Massimiliano rimettono insiemi i pezzi della «catastrofe» con la premessa che «le forze dell’ordine e il comandante della stazione dei carabinieri di Torre de’ Picenardi sono stati molto disponibili con noi».
Comincia Silvia. «Due giorni prima (mercoledì 20 novembre), mia sorella era andata in un’officina per il cambio gomme. Quando è rincasata, suo marito le ha fatto notare che avevano sbagliato a montarle. Lei non si era accorta. Mia sorella ha chiamato l’officina. Loro hanno ammesso l’errore. ‘Non abbiamo tempo, venga la settimana prossima’. Ma lei ha insistito tanto. ‘Io voglio viaggiare sicura, fate in modo di cambiare le gomme questa settimana’». Detto, fatto.
Appuntamento alle 9 di venerdì 22 novembre. «Mia sorella ha portato la macchina». Nell’attesa, la telefonata a mamma Rosa. «Maria era molto ligia, mai l’avrebbe chiamata, guidando». La telefonata e i regali per Aurora. Due giorni prima, la piccola Sole aveva soffiato le due candeline sulla torta di compleanno. Due giorni dopo, la domenica, Aurora avrebbe soffiato le sue sette candeline. In mezzo, «la catastrofe».
Quella mattina, Massimiliano era al lavoro. «Verso le 11.30-11,35 mi ha chiamato mio fratello in lacrime: ‘Maria... è successo qualcosa, Maria è morta, vieni non ce la faccio’». Il tempo di avvisare i colleghi, Massimiliano è saltato in auto. «Mi sono fatto dire la posizione». Si è messo in viaggio verso il luogo della «catastrofe». «Negli occhi ho ancora i cumuli di fango ai lati della strada. Era il periodo in cui gli agricoltori stavano arando. Dove è successo l’incidente, la strada è scorrevole, larga. Non era una curva a gomito. Arrivo, mi bloccano i carabinieri, vedo l’auto nel fosso. C’è l’ambulanza. Il personale cerca di bloccarmi. ‘Non è uno spettacolo bello’. Sono entrato nell’ambulanza». Torna alle condizioni della strada, il fratello. «Io ho questo ricordo: fango, molto fango».
L’avvocato Vezzoni ricorda che nei giorni precedenti, in quella zona si erano verificati altri incidenti, un pullman era finito fuoristrada. Quel venerdì tirava vento. «Ma non è che il vento ti faccia volare fuori. Da parte dei familiari c’è necessità di fare chiarezza», evidenzia l’avvocato.
Maria riposa al cimitero di Sospiro. Sulla lapide sarà messa la sua fotografia accompagnata da una frase. L’ha scritta Silvia. ‘E incrocerò il tuo sguardo tra gli sguardi di chi ti porta nel cuore’. La fotografia è incorniciata da rose stilizzate. Rose come Rosa, la mamma a cui Maria era legatissima.
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