L'ANALISI
14 Dicembre 2024 - 16:33
Emanuele Allanconi con gli zii Ottavio e Giordano
RIPALTA CREMASCA - L’arte campanaria è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità. La decisione è stata presa nel congresso dell’Unesco tenutosi in Paraguay nei giorni scorsi. E la notizia ha riempito di orgoglio chi le campane le realizza da circa un secolo, vale a dire l’unica bottega artigiana rimasta in tutta la Lombardia e una delle tre in Italia, la Fonderia Allanconi di Bolzone.
«È stata una grande emozione — afferma Emanuele Allanconi che, con i suoi 43 anni, è il più giovane di una famiglia di campanari. Spero che questo riconoscimento serva a dare maggiore appeal e a salvare la nostra tradizione. Non essendoci scuole per campanari, le conoscenze e le competenze si tramandano di padre in figlio; si impara solo entrando in bottega. Questo patrimonio culturale non va disperso, anche se le normative italiane rappresentano un ostacolo alla trasmissione del sapere. Per formare una persona servono tempo e risorse».
Nella fonderia, Emanuele è cresciuto grazie agli insegnamenti degli zii Ottavio e Giordano. La storia della bottega ripaltese inizia con il nonno Angelo, capostipite della famiglia, classe 1915. Dopo il percorso di formazione nella storica fonderia Crespi di Crema, una delle più antiche e importanti fonderie italiane, le cui origini risalgono al 1498, Angelo decise di mettersi in proprio, aiutato dai figli.
«In fonderia — spiega Emanuele — ci sono io, gli zii e qualche collaboratore. La lavorazione è ancora manuale e i metodi non sono cambiati. Nonostante la disponibilità di moderne tecniche industriali, è una scelta della nostra fonderia quella di proseguire ancora oggi nel segno della tradizione, per salvaguardare quei patrimoni di conoscenze tramandate di generazione in generazione, che altrimenti andrebbero perduti per sempre. Soltanto la progettazione e il controllo qualità adesso si fanno al computer. Il resto è artigianato, lavoro manuale fatto con materiali naturali. A differenza di un tempo, mentre in Italia la produzione seguita ad essere legata alla chiesa, all’estero le campane sono un vero e proprio strumento musicale, con la sua dignità».
Alla Fonderia Allanconi si fabbricano dalle 250 alle 300 campane l’anno. Più della metà vanno oltre confine, tra cui Usa, Ucraina, Australia, Eritrea, Thailandia ed Egitto. «Questo è un mestiere che dà grandi soddisfazioni — conclude Emanuele — una campana è un oggetto, una scultura, un mezzo di comunicazione o uno strumento musicale. Ne fabbrichiamo di tutti i pesi, da qualche etto a qualche tonnellata».
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