L'ANALISI
28 Dicembre 2023 - 05:10
Il presidente Marco Bressanelli
CREMA - Riconosciuta ufficialmente ieri, dalla Regione, la filiera dell’arte organaria, emblema del Cremasco. Un passo decisivo per la valorizzazione di un settore di nicchia che, da sempre, rappresenta il fiore all’occhiello del territorio. Un traguardo ottenuto grazie anche al lavoro svolto dalla Libera associazione artigiani e in particolare dal suo presidente, Marco Bressanelli. «La nostra proposta era nata per la salvaguardia dell’arte organaria lombarda, attraverso lo sviluppo delle capacità e competenze verso le nuove generazioni, per un sistema produttivo più resiliente e capace di valorizzare i luoghi e il patrimonio artistico dei territori coinvolti. Noi, come Libera artigiani, siamo il capofila con altri 25 soggetti coinvolti, a partire dalle 16 aziende lombarde della filiera organaria: dalla produzione al restauro degli strumenti. Inoltre, sono comprese botteghe artigiane e studi di restauro, le Camere di commercio, quella di Cremona in particolare, le scuole superiori e le università».
Bressanelli sottolinea l’importanza della parte formativa. «Riportiamo in auge un segmento distintivo dell’artigianato cremasco e prossimo fondamentale passo sarà l’avvio del corso Its di alta specializzazione per la formazione dei futuri maestri dell’artigianato artistico organario: la sfida è introdurlo già nel 2024, grazie alla Fondazione per il Made in Italy. Successivamente sarà essenziale lavorare sulla promozione turistica dell’eccellenza locale in questo campo, così speciale e unico».
Adesso Crema e il suo territorio possono diventare il riferimento lombardo per quest’arte. «Una vetrina ulteriore per il turismo musicale e non solo, coinvolgendo il Comune di Crema e agganciandosi alla grande tradizione cremonese della liuteria e a Mondomusica 2024, con l’obiettivo di avere una sezione specifica dedicata all’arte organaria all’interno della kermesse».
Quindi, il presidente conclude: «Questo passaggio è per tutti una grande soddisfazione. Con il riconoscimento diamo un futuro a questo tipo di attività, che va preservata. La Regione dovrà ora definire anche possibili finanziamenti per questa nuova filiera, chiaro che rientrino in questo ambito di sostegni economici che la Lombardia destina ogni anno alle varie filiere». Il direttore Renato Marangoni aggiunge: «Un riconoscimento che ci inorgoglisce, siamo tra le poche nuove filiere riconosciute dalla Regione».
Da non dimenticare, che dal maggio del 2015, il museo civico ospita la sezione dedicata alla tradizione organaria, che illustra le storia e le modalità operative di una delle attività di artigianato artistico, che hanno sempre caratterizzato il tessuto produttivo del territorio cremasco. Nella sala uno si raccontano la storia e le figure più significative di quest’arte.
La più antica testimonianza della presenza di organi a canne sul territorio risale al 1465. Poi le celebri famiglie di artigiani cremaschi del XVII, XVIII e XIX secolo. Nella bottega Franceschini, apprese i rudimenti Pacifico Inzoli, nella cui fabbrica si formarono poi i vari Agostino Benzi, Giovanni Riboli, Andrea Nicolini e soprattutto Giovanni Tamburini. Quest’ultimo fu il più importante produttore della storia cremasca, con la costruzione di organi monumentali per sedi prestigiose, arrivando ad avere, intorno agli anni Sessanta, circa un centinaio di dipendenti. E oggi il testimone è passato alla famiglia Bonizzi.
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