CREMONA - Una sentinella tecnologica che promette di cambiare il futuro della medicina cardiovascolare: l’intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente conquistando un ruolo centrale nella diagnosi, terapia e monitoraggio delle malattie cardiache. Le potenzialità dell’AI sono al centro dell’85° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC) dove è stato presentato il primo Documento di Consenso italiano sull’uso dell’AI in cardiologia, firmato dai principali esperti del settore.
COME L'AI PUO' SALVARE VITE
Uno studio pubblicato su Nature Medicine ha dimostrato che l’integrazione dell’AI con l’elettrocardiogramma può ridurre la mortalità a tre mesi del 31% nei pazienti ad alto rischio. Questi algoritmi, in grado di analizzare enormi quantità di dati in tempi record, offrono un vantaggio decisivo per identificare situazioni critiche con maggiore precisione rispetto alle metodologie tradizionali.
“L’uso dell’AI nell’interpretazione degli ECG è promettente anche nella diagnosi precoce dell’infarto. In uno studio su 362 pazienti, l’AI ha identificato i casi più gravi con un’accuratezza del 99%, riducendo i tempi di intervento a 18 minuti rispetto ai 37 secondi richiesti da un medico tradizionale per la stessa analisi,” spiega il professor Ciro Indolfi, past-president della SIC.
DAI WEARABLE AI DISPOSITIVI AVANZATI
Le applicazioni dell’AI non si limitano agli elettrocardiogrammi. I dispositivi indossabili, come smartwatch e fitness tracker, possono diventare strumenti diagnostici sempre più efficaci grazie all’analisi dei dati raccolti. L’AI, inoltre, migliora l’interpretazione degli esami Holter e il telemonitoraggio di pazienti con defibrillatori impiantabili.
Anche tecniche di imaging come l’ecocardiografia, la risonanza magnetica e la TAC traggono vantaggio dall’AI, che può identificare cardiomiopatie, disfunzioni valvolari o stenosi coronariche con un’accuratezza superiore al 98%.
ETICA E REGOLAMENTAZIONE
Nonostante le potenzialità straordinarie, restano alcune criticità. “Gli algoritmi di AI, specialmente quelli basati sul deep learning, funzionano spesso come ‘black box’: prendono decisioni difficili da interpretare per un essere umano,” avverte Indolfi. Questo pone interrogativi etici e normativi importanti.
L’Unione Europea ha già introdotto l’AI Act (2024/1689), che impone rigide regole sull’uso dell’intelligenza artificiale nei settori a rischio, richiedendo valutazioni di conformità specifiche. Inoltre, è necessario definire chiaramente le responsabilità legali legate alle decisioni prese dagli algoritmi, un passo cruciale per garantire la sicurezza dei pazienti.
Nonostante le sfide, l’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità unica per rivoluzionare la gestione delle malattie cardiovascolari. Dal monitoraggio costante dei pazienti a rischio all’elaborazione di terapie personalizzate, passando per diagnosi sempre più precoce e accurate, l’AI si candida a diventare un alleato irrinunciabile per medici e pazienti.
Con il consenso degli esperti e una regolamentazione adeguata, questa tecnologia potrebbe segnare l’inizio di una nuova era, dove il cuore sarà monitorato e protetto come mai prima d’ora.