L'ANALISI
11 Dicembre 2024 - 17:21
MONTODINE - Dopo Palazzo Pignano, pronte a entrare in azione le doppiette anche a Montodine, Pieranica e Ricengo. Si estende la campagna di «eradicazione della nutria» nel territorio cremasco. Autorizzate dalla Provincia, a cui fa riferimento il servizio di tutela ambientale, le amministrazioni comunali possono ora emanare le specifiche disposizioni, per dare mandato ai cacciatori abilitati e cercare, per quanto possibile, di limitare i danni che i roditori causano costantemente agli argini del canali irrigui e alle coltivazioni. A Palazzo Pignano, il sindaco Giuseppe Dossena ha firmato l’autorizzazione che dà l’ok all’avvio delle operazioni di abbattimento da parte delle squadre di cacciatori. La stessa cosa possono ora fare i colleghi degli altri paesi cremaschi.
Gli obiettivi sono quelli già perseguiti anche a Crema, dove gli abbattimenti vanno avanti da tempo. Oltre a preservare coltivazioni e argini, c’è anche la tutela della sicurezza stradale e dell’incolumità pubblica, scongiurando i pericoli derivanti dalla presenza sul territorio comunale di estese e numerose colonie di nutrie. Potranno imbracciare la doppietta solo i cacciatori autorizzati dalla Provincia per questo tipo di mansioni, dopo aver frequentato l’apposito corso di formazione.
«In paese ne contiamo una dozzina — fa sapere il primo cittadino di Montodine Alessandro Pandini —: sono liberi di muoversi nell’arco dell’anno, senza dover seguire il calendario della caccia tradizionale. Sono state individuate le aree più critiche nelle quali dovranno operare. Per quanto ci riguarda, riceviamo periodicamente la rendicontazione dei capi abbattuti sul nostro territorio». La stessa cosa vale per gli altri Comuni coinvolti.
Ci sono ovviamente una serie di obblighi a cui i cacciatori devono sottostare nel corso delle loro battute. Devono ad esempio mantenersi a debita distanza da abitazioni e altre strutture, rendicontare quotidianamente il numero di capi abbattuti. Per quanto riguarda poi il recupero e lo smaltimento degli animali uccisi, c’è la possibilità di sotterrarli sul pasto, ma dipende dal numero degli esemplari. Non è escluso che vada organizzato un servizio di recupero e smaltimento delle carcasse, facendo riferimento alla società Aprica, che già si occupa del servizio di igiene ambientale in paese, mettendo a disposizione un mezzo per raccogliere le nutrie e conservandole poi per un giorno in attesa che un’impresa specializzata venga a ritirare i capi abbattuti, per poi smaltirli in inceneritore.
L’abbattimento sembra davvero essere l’unica strada per cercare di limitare la popolazione di questi roditori. Il problema principale è legato al fatto che si riproducono a grande velocità. Le femmine possono partorire 2 o 3 volte l’anno, con una media di cinque piccoli. La nutria si nutre principalmente di vegetali e in generale non rappresenta un pericolo significativo per l’uomo, ma provoca danni consistenti all’agricoltura.
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