L'ANALISI
11 Dicembre 2024 - 15:06
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Si è messa a piangere Antonella, pensando a Thabu, il suo adorato cane di razza: un rhodesian ridgeback di 8 anni, a settembre del 2020 preso a badilate sulla spina dorsale nel suo giardino da Gianfranco, il vicino di casa, causandogli una “tumefazione paravertebrale sul lato destro costale non calda”, è scritto nel referto della veterinaria.
Accusato di maltrattamenti di animali, l’uomo oggi è stato condannato a 2 mesi e 10 giorni di reclusione (pena sospesa e non menzione) anche per aver minacciato Antonella. ‘Vi ammazzo tutti, tanto hai lo sfratto, sei una malata di mente, devi morire pazza, il cane non deve uscire”, le ha detto, tenendo alzata la pala spazzaneve: due metri circa di altezza, manico e parte inferiore in plastica. Il vicino è stato inoltre condannato a risarcire 1.000 euro di danni ad Antonella, che si era costituita parte civile con l’avvocato Vittorio Tria di Brescia.
I fatti risalgono alla notte del 19 settembre di quattro anni fa e si inquadrano in un pessimo rapporto tra vicini. Dopo aver trascorso la serata con amici, Antonella è rincasata. Era già tardi e buio. Anziché portarlo fuori per la passeggiata, per comodità ha deciso di far fare la pipì a Tahbu nel giardino di casa: 500 metri quadrati in tutto. E mentre il cane gironzolava, lei è rimasta sulla porta. L’area era illuminata da un lampione. Le due proprietà confinano, il vicino può passare nel giardino attraverso una stradina. “L’ho visto chiaramente colpire il mio cane con un badile. Ho chiamato subito i carabinieri. Quando sono arrivati, il badile era lì, i carabinieri sono entrati in casa, ho spiegato loro che cosa era successo e quando sono usciti, il badile non c’era più, il vicino lo aveva fatto sparire”.
Il pm aveva chiesto di assolvere Gianfranco dall’accusa di minaccia "perché reciproche all’interno di un rapporto conflittuale", ma di condannarlo a 3 mesi per il maltrattamento del cane. Non è stato creduto il vicino quando ha sostenuto di aver preso la pala “solo per spostare i bisogni del cane”, come ha evidenziato l’avvocato di parte civile. Di “rapporto di vicinato abbastanza difficoltoso, abbastanza teso" e di "insulti reciproci" ha parlato l’avvocato Mimma Aiello, difensore dell’imputato, secondo la quale Antonella non era credibile. Ovvero, non c’era la prova che Gianfranco avesse colpito il cane, perché “era buio, non si vedeva nulla”. Tra sessanta giorno il giudice depositerà la motivazione della sentenza.
Antonella ha versato lacrime fuori dall’aula, pensando a Thabu. E’ morto ad aprile del 2021, avvelenato da una polpetta sempre nel giardino di casa. Oggi lei abita in provincia di Brescia. Thabu lo ha nel cuore. Le tengono compagnia altri due cani, un maschio e una femmina: Jamal di 3 anni, Mombasa di uno e mezzo, i suoi “figli pelosi”.
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