L'ANALISI
09 Dicembre 2024 - 05:15
Mariana Beretta, fondatrice del Magico Basket, in teatro a Soresina
SORESINA - Soresina celebra una storia di passione e inclusione che dura da 25 anni, un racconto che ha come protagonista indiscussa Mariana Beretta. Nel 1999, Mariana, allora insegnante di matematica e scienze, ha creato un progetto unico nel suo genere, frutto dell’incontro tra la sua carriera sportiva e il suo amore per l’insegnamento. Il Magico Basket nasce come un’idea audace, ma che oggi si è rivelata una delle esperienze più significative in ambito sportivo e sociale a livello nazionale.
«La mia carriera come giocatrice di basket ha inizio a 13 anni - racconta Mariana- Allora la società per cui giocavo si chiamava Aurora. Grazie al mio allenatore, Liliano Grassi, mi sono innamorata di questo sport che mi ha regalato tantissime emozioni nel corso della vita. Ho avuto la fortuna di giocare in A2, in B imparando che la pallacanestro è fatta non solo di gioco di squadra ma di disciplina, dedizione, resilienza, gestione del tempo, rispetto della leadership e collaborazione. Nella palestra Spettacolo di Cremona ho conosciuto mio marito e, da quel momento, sono tornata a casa, nel mio paese, continuando a giocare nella Soresinese Basket».
Mariana alla fine degli anni ‘90 lavora nella scuola secondaria di primo grado di Soresina quando ha un’intuizione che la porta a creare qualcosa di inedito.
«Ho sempre amato la mia professione d’insegnante fatta non solo di nozioni ma della volontà di incoraggiare gli studenti a valorizzare le proprie capacità e a superare i propri limiti. Un giorno leggo casualmente un articolo di giornale in cui si parla di Marco Calamai, istruttore che insegna basket in un centro per l’infanzia per bambini svantaggiati. L’idea di dar vita ad una squadra di basket riservata a questi ragazzi mi viene grazie a un mio alunno, con qualche difficoltà, che avrebbe potuto esprimere al meglio sé stesso attraverso lo sport. Decido di coinvolgere nel mio progetto Agnese Mosconi, una cara amica che diventa il mio braccio destro in tutti questi anni. È il febbraio del 1999 quando formiamo il primo gruppetto di giocatori con handicap, più o meno grave, a cui dopo poco si aggiungono ragazzi normodotati che possano incoraggiare e migliorare le prestazioni. In quel momento rimango per la prima volta sorpresa perché ad offrire il proprio aiuto e a dimostrare una grande generosità sono soprattutto miei alunni difficili, talvolta a scuola irrequieti. Nella neo-squadra quest’ultimi si rivelano straordinari, si sentono utili e il giocare tutti assieme diventa magicamente terapeutico. È così che nasce il Magico Basket. La squadra di Soresina della professoressa che in campo gioca guardia, diventa il primo esperimento in assoluto di basket integrato».
Da questa esperienza nel giro di due anni sono partiti il Baskin a Cremona e il Csi a livello nazionale. Continua la fondatrice del Magico Basket.
«Quando a 42 anni ho smesso di giocare chiudendo un’attività agonistica di quasi trent’anni, mi sono reinventata nel ruolo di allenatrice. I miei ragazzi mi hanno subito impartito una lezione di vita importante. Le regole, la disciplina, la resilienza che avevo imparato nella mia carriera da giocatrice professionista era giusto che la pretendessi anche da loro. Ho sempre ritenuto giusto alzare l’asticella, e così facendo credo di aver fatto sentire i membri della mia squadra non giocatori diversi, ma giocatori veri. Da subito io e Agnese abbiamo stabilito delle regole ‘emancipative’ rigorose e il basket integrato è diventato non solo un gioco, ma una vera e propria esperienza educativa. Ogni giocatore ha un ruolo chiaro, a prescindere dal grado di disabilità, grazie a un sistema numerico che determinava le azioni che ciascun atleta può compiere in campo».
Il 2024 segna un traguardo importante per il Magico Basket, che ha recentemente celebrato i suoi 25 anni di attività con una serata speciale al Teatro Sociale dal titolo «Magico Basket Soresina: Passato, presente, futuro. Durante l’evento, i ragazzi della squadra hanno avuto l’opportunità di raccontare la loro esperienza e il loro entusiasmo per un’iniziativa che ha cambiato la loro vita», conclude Mariana.
«Sono molto orgogliosa dei miei giocatori e grata per quanto mi hanno insegnato. Dopo tutto questo tempo per me è arrivato il momento di passare il testimone ad altri e ho deciso di lasciare questa mia ‘creatura’ nelle ottime mani della Polisportiva Oratorio Sirino Carlo Acutis. Sicuramente sapranno offrire nuovi stimoli a tutti i miei ragazzi. Ne approfitto per esprimere la mia gratitudine verso un’insostituibile amica, la pallacanestro che mi ha regalato tante emozioni. Il basket, protagonista nella mia vita nelle sue diverse sfaccettature, è veramente uno sport straordinario. Lo è ogni volta che ti invoglia a cercare un compagno per passargli la palla, lo è quando finisce con un gesto dolce verso il canestro, nonostante sia uno sport anche fisico. Il basket è Magico perché costringe sempre, anche chi è tendenzialmente chino sulle proprie fragilità e disabilità, a guardare non più a terra ma in una sola ed unica direzione, la stessa dove dovremmo guardare tutti, al cielo».
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