L'ANALISI
06 Dicembre 2024 - 14:40
Il tribunale di Cremona
CREMONA - L’Ordine degli avvocati oggi si è costituito parte civile nel processo a carico di un 38enne accusato di aver preso a calci e pugni nello studio l’avvocato nominato suo amministratore di sostegno, lesionandogli il timpano. Un inedito, a Cremona, la decisione dell’Ordine, «un messaggio forte alla collettività».
«Ci siamo costituiti parte civile attraverso l’avvocato Isabella Cantalupo per testimoniare la vicinanza al collega vittima dell’aggressione e per affermare il ripudio di qualsiasi forma di intimidazione nei confronti degli avvocati - ha spiegato il presidente Alessio Romanelli —. Purtroppo, sono episodi che stanno diventando più frequenti».
Il 12 novembre scorso, il gup aveva condannato a 1 anno e 8 mesi un 25enne per aver minacciato e stalkerizzato un’avvocata curatore speciale di una minorenne (e un’assistente sociale). «Purtroppo lo abbiamo saputo tardi — ha sottolineato Romanelli —, altrimenti ci saremmo costituiti parte civile anche in quella occasione, proprio perché vogliamo dare un segno, anche nel processo, della presenza dell’Ordine a fianco di tutti i colleghi».
I fatti risalgono al 13 marzo scorso. Da tre giorni l’imputato inviava su WhatsApp messaggi di morte all’avvocato, nominato suo amministratore di sostegno a giugno dell’anno prima. Il 38enne pretendeva più soldi, ma nell’amministrazione di sostegno le somme si concordano con il giudice tutelare. Quella mattina, l’uomo prima si era recato in banca, inutilmente. Quindi, intorno alle 10.45 come una furia era entrato nello studio dell’avvocato, spaccando il vetro della porta: aveva messo la stanza a soqquadro, distrutto telefono, monitor e computer per poi avventarsi sul legale, rifilandogli calci e pugni (gli aveva rotto gli occhiali) e mandandolo al Pronto soccorso con la lesione al timpano sinistro da cui è derivato un calo dell’udito, contusioni al volto e alle braccia.
Nello studio c’era una persona che aveva lanciato l’allarme. Sarà sentita all’udienza del 23 maggio prossimo. L’imputato (difeso dall’avvocato Andrea Polara) è accusato di lesioni, danneggiamento, violazione di domicilio e di violenza o minaccia a pubblico ufficiale. Il pm ha riconosciuto il ruolo di pubblico ufficiale dell’amministratore di sostegno. Il legale brutalmente pestato si è costituito parte civile con il collega Giampaolo Bellini. Al suo ex amministrato chiede 1.800 euro di risarcimento per il danno biologico, 2mila euro per il danno morale.
Il risarcimento ai danni «individuati nella violazione del diritto di libertà e di indipendenza dell’Avvocatura e nella violazione dell’immagine dell’Avvocatura», li ha chiesti l’avvocato di parte civile Cantalupo per l’Ordine. «Noi abbiamo fondato la nostra costituzione di parte civile non come parte offesa dal reato, ma come soggetto che ha comunque dei danni dal fatto di reato — ha spiegato l’avvocato —. Il danno che abbiamo individuato deriva dal fatto che l’Avvocatura, e l’Avvocatura cremonese in particolare, è sempre disponibile a ricoprire uffici di rilevanza pubblica quali l’amministratore di sostegno come in questo caso, il curatore speciale. L’Avvocatura viene chiamata a ricoprire questi ruoli da parte dei magistrati, perché l’avvocato ha una vocazione specifica alla difesa dei diritti delle persone e, quindi, è una figura di riferimento per ricoprire questi ruoli. Tant’è vero che abbiamo specificato che per quanto riguarda l’amministratore di sostegno, esiste un elenco di avvocati disponibili a rivestire questo ruolo».
Un ruolo «particolarmente delicato, perché oltre alle competenze professionali richiede anche una buona empatia, una certa propensione al rapporto con persone che possono avere anche delle fragilità fisiche o psicologiche. In questo caso, si è verificata una compromissione del diritto di difesa, diritto costituzionalmente garantito dall’articolo 24, che l’avvocato deve esercitare anche quando ricopre questi ruoli demandati dalla magistratura, con indipendenza e libertà. Qualsiasi forma di abuso rivolta a un avvocato, lede questo diritto».
L’avvocato Cantalupo ha ricordato che «all’Ordine è demandata una serie di compiti, tra i quali anche la tutela dell’indipendenza dell’Avvocatura. Nella condotta di questo signore abbiamo ravvisato la violazione diretta di questi principi. Abbiamo chiesto che questo signore venga condannato anche a un risarcimento che dev’essere un segnale per la collettività. Gli avvocati sono un baluardo a difesa dei diritti di tutte le persone e, quindi, non è possibile farli oggetti di atti illeciti».
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