L'ANALISI
29 Novembre 2024 - 05:05
CASALMAGGIORE - Stemperare possibili tensioni vissute a scuola. Questo l’obbiettivo dello ‘Sportello educativo scolastico di mediazione dei conflitti’ introdotto di recente al Polo scolastico Romani, nell’ambito del progetto ‘Tra Zenith e Nadir’. Una iniziativa che ha ottenuto un immediato riscontro, visto che «tre-quattro interventi a settimana vengono richiesti», secondo quanto spiega la dirigente scolastica Daniela Romoli. È una attività quanto mai utile in un periodo storico in cui, come si vede un po’ tutti i giorni, gli ambienti scolastici possono essere terreno fertile per alcuni eccessi.
Lo sportello è uno spazio dove alunni, alunne, docenti e personale possono parlare di conflitti che vivono a scuola. Esempi? Minacce continue, aggressioni, offese gravi e continue, denigrare o svalorizzare in modo pesante e continuo, bullismo. Tutte situazioni che provocano tensione in gruppi di classi o gruppi di professori.
«Lo sportello educativo a supporto di studenti, docenti e personale per la gestione dei conflitti e la mediazione di situazioni difficili che a volte si verificano sia all’interno della classe che fuori — spiega la dirigente — è stato introdotto in aggiunta agli interventi sulla cosiddetta giustizia riparativa effettuati da parte degli operatori delle cooperative Cosper e Nazarerh nelle classi anche grazie ai fondi Pnrr. Ora si stanno organizzando le mediazioni di classe tra alunni e docenti».
Chiunque senta la necessità di parlare di un conflitto che vive a scuola può parlare con il coordinatore di classe e mandare una mail a: sportello_mediazione@poloromani.net, oppure può rivolgersi spontaneamente agli educatori tutti i lunedì dalle 10 alle 12 nell’aula predisposta a piano terra (a fianco dell’ascensore). Gli educatori vedranno insieme allo studente o studentessa come gestire al meglio la situazione per garantire a tutti un miglior benessere a scuola. Entrano in sostanza nelle classi in cui sono emerse delle difficoltà nelle relazioni tra ragazzi e insegnanti e lavorano per microgruppi, per analizzare i motivi alla base dei problemi e risolverli.
Il vantaggio di avere degli operatori ‘esterni’ al corpo docente, fa notare la preside, «è che per i ragazzi è importante sapere di poter contare su qualcuno che non sia un insegnante, visto come colui che effettua le verifiche e dà i voti. Loro si sentono liberi di aprirsi, di parlare un po’ di tutto. E gli stessi insegnanti hanno accolto bene le figure degli educatori, con cui collaborano bene». L’intento finale è utilizzare e promuovere tutti quegli snodi territoriali capaci di parlare un linguaggio che può arrivare ai ragazzi, e di offrire spazi di osservazione, progettazione e sperimentazione, volti al cambiamento del minorenne.
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