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L'INTERVISTA

Violenza di genere: «Ammoniti 47 uomini», otto su dieci italiani

Il questore Aragona: «Raddoppiati rispetto al 2022. Fenomeno slegato dagli aspetti culturali»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

24 Novembre 2024 - 05:15

«Ammoniti 47 uomini. Otto su dieci italiani»

Nel riquadro il questore Aragona

CREMONA - Cresce la consapevolezza delle donne, che sempre di più chiedono aiuto sin dai primi segnali di uomini violenti. Aumentano di conseguenza gli ammonimenti in provincia, misure di prevenzione che possono essere decisive per evitare l’escalation dei casi di violenza di genere. Vengono emanate dal questore. Dalle 22 del 2022, si è passati alle 29 dell’anno scorso.

«Quest’anno siamo già a quota 47», spiega il questore, Ottavio Aragona, in servizio in provincia da poco più di 50 giorni. In stragrande maggioranza si tratta di italiani, 37, in altri otto casi l’ammonimento ha riguardato stranieri provenienti da Paesi extra Ue e nei restanti due cittadini originari di Stati dell’Unione. «Un dato essenzialmente statistico – prosegue Aragona – che riflette la percentuale di stranieri presenti nel territorio provinciale. Oggettivamente, non credo sia una questione legata ad aspetti socio culturali».

Il questore chiarisce poi come funziona il sistema degli ammonimenti: «Prima della denuncia il soggetto viene convocato in Questura e, dopo un’attività di indagine, si attiva un percorso rieducativo tramite il centro uomini maltrattanti. In questo modo si cerca di attuare uno strumento di prevenzione. Stiamo ottenendo risultati importanti: i casi di recidiva sono pochissimi, l’efficacia di queste misure è statisticamente provata».

Insomma, il violento recepisce il messaggio. Nei casi più gravi scatta invece il cosiddetto ‘codice rosso’. «Gli uffici di polizia – prosegue il questore – insieme alla Procura applicano una procedura veloce per accertare le responsabilità penali e l’autorità giudiziaria ha possibilità di stabilire misure cautelari come il divieto di avvicinamento alla casa familiare o l’applicazione del braccialetto elettronico, ma soltanto nel caso ci sia un procedimento penale».

Anche con gli ammonimenti si possono stringere le maglie. «Grazie al fatto che la normativa si è evoluta, per aumentare la tutela delle donne vittime di maltrattamenti, è prevista la possibilità che il questore faccia una proposta di sorveglianza speciale – aggiunge Aragona –: i responsabili, sulla base di indizi di reità, possono essere proposti al tribunale per questo tipo di limitazione. Ciò significa che la persona ha obblighi nei confronti dell’autorità di pubblica sicurezza, deve presentarsi periodicamente in Procura e si può adottare anche il braccialetto elettronico. Di questa fattispecie, però, almeno per il momento non c’è stata ancora applicazione a livello provinciale».

L’efficacia delle risposte che un territorio può garantire nei casi di abusi di genere è legata, ovviamente, alla volontà delle vittime di farsi aiutare. Conta molto la rete associativa a cui le donne possono rivolgersi in un primo momento, e che garantisce poi un sostegno psicologico e materiale. «Per quanto ci riguarda – prosegue Aragona – negli ultimi anni abbiamo dato vita a una campagna di sensibilizzazione sui territori che consente alla vittima di ottenere una tutela preventiva in maniera semplice. La maggior consapevolezza delle donne si è così unita al rafforzamento della legislazione dal 2009 ad oggi. Prima dell’introduzione dell’ammonimento, proprio in mancanza di un’adeguata legislazione, le condotte che equivalevano a reati spia, come le minacce e lo stalking in generale, non bastavano per poter applicare misure di prevenzione e repressione adeguate. Adesso abbiamo gli strumenti per intervenire in maniera adeguata. Oltre ad ammonire il maltrattante, invitandolo a seguire incontri in centri specializzati, la vittima viene tutelata attraverso misure di sicurezza e seguita dai centri anti-violenza che se ne fanno carico. Se, invece, la donna è vittima di reati per i quali si procede d’ufficio, come la violenza sessuale, scatta il codice rosso, procedimento penale accelerato affinchè l’autorità giudiziaria adotti misure di prevenzione in brevissimo tempo, tali da metterla al riparo».

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