L'ANALISI
20 Novembre 2024 - 17:21
CREMONA - È arrivato nel cuore delle nebbie, ha attraversato lo stivale, da Motta Montecorvino, piccolo paese a 700 metri di altitudine, in provincia di Foggia, alla città del Torrone. «Sono arrivato proprio nel cuore della Festa del Torrone ma non ho potuto godermela. Solo oggi mi hanno allacciato il gas, un inizio di normalità», racconta Roberto Calabrese il nuovo dirigente scolastico del liceo Anguissola, classe 1967, laureato in matematica, vicepreside presso il convitto nazionale Ruggiero Bonghi di Lucera.
Calabrese ha preso servizio l’11 novembre scorso, dopo una lunga attesa. L’immissione dei nuovi dirigenti scolastici era bloccata da due ricorsi al Tar, poi respinti del Ministero. Da Foggia a Cremona è un viaggio, «la nebbia ha il suo fascino — racconta —. Il primo acquisto che ho fatto è stata una calzamaglia da mettere sotto i pantaloni, l’umido qui è abbastanza impegnativo». Calabrese ha scelto l’Anguissola quasi a scatola chiusa, «è successo di meglio — suggerisce —. Tutto è accaduto quando si trattava di scegliere la sede. A casa c’era un amico di mio figlio. Quando ho nominato l’Anguissola, ha detto: l’Anguissola è il top. Ho seguito il consiglio», fa una pausa e poi specifica: «Diciamo che mi ha incuriosito e poi mi sono documentato per capire la tipologia di scuola e se poteva fare al caso mio. Ed eccomi qui».
Professore di matematica in un liceo ad alta percentuale umanistica può sembrare una cosa strana, «ma non lo è — aggiunge —. La mia passione per la matematica è preceduta da una formazione classica, ma diciamo che la stessa scuola ho visto che unisce aspetti umanistici con le scienze umane, l’economia e ovviamente la matematica». L’impressione nei confronti della scuola dove Calabrese resterà almeno tre anni è più che buona: «Sono ovviamente in ascolto, in queste settimane, molto intense, sto cercando di conoscere i docenti e come funziona il liceo Anguissola. La prima cosa che mi ha stupito è il numero di studenti che superano il migliaio. Dalle mie parti, ma credo in buona parte d’Italia, i licei di scienze umane coesistono col classico e con lo scientifico, difficilmente hanno numeri di iscritti così importanti. Questo vuol dire che qui si è lavorato bene e che quello che mi ha detto l’amico di mio figlio corrisponde a realtà. Poi con piacere ho notato un corpo docenti giovane, in alcuni casi molto giovane. Anche questo è un motivo di interesse e che dà prospettiva alla scuola e spero anche al mio lavoro di dirigente. Le iniziative che sono messe in atto sono tante sia dal punto di vista didattico che extradidattico. I presupposti per una bella esperienza da dirigente ci sono tutti».
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