L'ANALISI
19 Novembre 2024 - 19:53
Nel riquadro l’avvocato Giancarlo Rosa
CREMONA -«Quella sera ho sentito gridare ‘Aiuto, aiuto!’. Mi sono detto: ‘Ma cosa sta succedendo?’. Sono uscito, ho visto la porta della mia vicina di casa chiusa. Scendo, poi risalgo le scale. La porta era semi-aperta, la vicina sull’uscio. ‘È venuto uno, mi ha buttato giù la porta e mi ha aggredito’.
Non mi ha specificato il tipo di aggressione». Il ‘tipo di aggressione’ - per l’accusa accaduta il 2 dicembre del 2021 - è specificato nel capo di imputazione contestato a un 24enne ghanese, residente in città: violenza sessuale sull’amica Lucia (nome di fantasia, ndr), 20 anni «costretta a subire atti sessuali: mentre si trovava nell’abitazione della ragazza, con fare repentino tentava di baciarla sul viso e sul collo, la palpeggiava con entrambe le mani su entrambi i seni, le toccava la zona intima attraverso i pantaloni, le infilava le mani nei pantaloni per tentare di toccarla ancora e, malgrado l’ opposizione della ragazza, l’afferrava per il collo cercando nuovamente di baciarla».
Al processo oggi sono stati sentiti il vicino di casa e uno dei carabinieri intervenuti. L’imputato, difeso d’ufficio dall’avvocato Giancarlo Rosa, non si è presentato. Non si sono nemmeno viste la ragazza e sua madre, testimoni regolarmente citate dal pm. Per entrambe, il tribunale ha disposto l’accompagnamento coattivo (udienza dell’1 aprile prossimo) e la condanna a 200 euro ciascuna a favore della cassa ammende. Agli atti, per ora, c’è la denuncia formalizzata il 3 dicembre mattina nella caserma dei carabinieri.
La ragazza raccontò di conoscere l’imputato da tre anni. «Tra noi non c’è mai stata una relazione sentimentale. Io l’ho sempre considerato come un amico». L’amico che «all’occorrenza», la riforniva di hashish. Il 2 dicembre mattina, i due si messaggiarono. Lei gli chiese di procuragli 20 euro di fumo. «Mi ha detto di non averla, mi ha invitato ad andare al parco ‘Magazzini Generali’ per portargli i soldi e fumare una canna con lui». Alle 14, l’incontro. «Abbiamo fumato una canna insieme. Poiché lui era già ubriaco, poi sono tornata a casa».
Verso le 21.30, l’amico la chiamò: «Sto venendo a casa tua per portarti il fumo». Lucia lo aspettò all’ingresso del palazzo. Lui arrivò con hashish e due birre. «Mi ha chiesto di farlo salire, rassicurandomi che poi se ne sarebbe andato». Una volta in casa, dopo essersi fumati uno spinello e bevuto le birre, il 24enne aggredì l’amica. «Temevo mi violentasse, gli dicevo di smetterla, di continuare a bere e a fumare. Poiché non avevamo altra birra, è uscito per andare a prenderne dell’altra». Dopo averla comprata, intorno alle 22, l’amico tornò. Si attaccò al citofono. Lucia non gli aprì. Lo fece qualcun altro, perché lui salì al quarto piano, sfondò con un calcio la porta. «Aiuto, aiuto!». Le urla richiamarono il vicino. Arrivarono i carabinieri. «La ragazza era abbastanza agitata e piagnucolava».
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