L'ANALISI
19 Novembre 2024 - 20:18
Nel riquadro la vittima con le ferite riportate in campo
CASALETTO CEREDANO - Tre punti di sutura sotto l’occhio sinistro, un dente scheggiato e sette giorni di prognosi. È questo il risultato di una rissa che si è accesa domenica mattina sul rettangolo di gioco del campo sportivo comunale. Di fronte c’erano due squadre giovanili, che partecipano al campionato Allievi Under 17 della Figc: l’Oratorio Chieve e il San Carlo.
A fare le spese del parapiglia scoppiato dopo un gol del Chieve è stato il 15enne di origini marocchine Mohammed Chamech, che risiede a Crema. È lui a spiegare l’accaduto, dopo averlo fatto oggi, insieme al padre Nourezzine, anche davanti ai carabinieri della stazione di Crema, presso i quali è stata presentata una denuncia-querela nei confronti degli aggressori: «Quando mancava circa un quarto d’ora al termine della gara — afferma il ragazzo, affiancato dal genitore – la mia squadra, che stava perdendo 2 a 0, ha accorciato le distanze. Io sono corso verso la porta per prendere il pallone e per far riprendere in fretta il gioco, ma il portiere l’ha trattenuta. Mentre cercavo di prenderla, sono intervenuti alcuni suoi compagni. Uno di questi mi ha spinto verso la rete e mi ha sferrato un pugno, un altro mi ha rifilato una gomitata ferendomi sotto l’occhio. A quel punto sono interventi altri giocatori per dividerci».
Mohammed, unico ad essere stato espulso dall’arbitro, è stato portato dal padre al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore. «Al ragazzo – spiega il genitore – è stata fatta una Tac e sono stati applicati tre punti di sutura sulla ferita che si era aperta. La prognosi è di sette giorni». Tra le due squadre non c’erano stati precedenti screzi, ma durante la partita, come risulta anche dal testo della denuncia, «già dai primi minuti dall’inizio... il clima di rivalità tra i giocatori era molto teso, a seguito di alcuni falli occorsi durante lo svolgimento del gioco».
Insieme alla denuncia, Chamech ha depositato anche il referto del medico del Pronto soccorso e la distinta di gara, dalla quale risultano tutti i nomi dei giocatori in campo in quel momento. In questo modo, sarà possibile risalire ai protagonisti della rissa. «Ho voluto portare a conoscenza dell’opinione pubblica l’accaduto – afferma il padre del ragazzo ferito – per fare vedere ciò che succede nei luoghi in cui portiamo i nostri figli, pensando di toglierli dalla strada evitando che abbiano delle frequentazioni sbagliate. Certi comportamenti non possono essere tollerati, soprattutto da parte di minorenni».
La società San Carlo stigmatizza l’episodio, ma fornisce una versione diversa su quanto accaduto domenica a Casaletto Ceredano nella sfida contro l’Oratorio Chieve. «Verso la fine di una partita correttissima – afferma l’allenatore Daniel Gaboardi – si è acceso un parapiglia durato 30 secondi. Un nostro giocatore ha preso un pugno e a quel punto è scattata la reazione, che è sempre sbagliata ma si litiga in due. Non a caso l’avversario è stato espulso».
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