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CREMONA. GIUDIZIARIA

«Sarcone morì per shock emorragico a seguito dell'investimento»

Quando la notte del 31 agosto scorso, sulla Castelleonese, all’altezza del bivio per San Predrengo, è caduto dalla moto, era ancora vivo

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

18 Novembre 2024 - 18:46

«Sarcone morì per shock emorragico»

CREMONA - Quando la notte del 31 agosto scorso, sulla Castelleonese, all’altezza del bivio per San Predrengo, è caduto dalla moto, era ancora vivo. E lo era anche quando l’auto gli è passata sopra. Ad uccidere Paolo ‘Paolino’ Sarcone, 42 anni, capoturno in acciaieria Arvedi, sarebbe stato lo shock emorragico causato dalle lesioni procurate dal ‘sormontamento’ della vettura.

Lo affermano «con elevata probabilità, prossima alla certezza» Silvia Visonà e Claudia Vignali, rispettivamente medico legale e tossicologa forense di Pavia, consulenti tecniche messe in campo dalla Procura nell’ambito dell’indagine per omicidio stradale nei confronti dell’automobilista di 41 anni, che quella notte si stava dirigendo all’aeroporto di Linate per andare a prendere un familiare. L’indagato è assistito dall’avvocato Andrea Carassai, che in sede di esame autoptico, aveva nominato il consulente di parte Franco Giansini. Una delle sorelle di Sarcome si è affidata all’avvocato Alessandro Vezzoni.

Sarcone, nativo di Foggia, casa a Cremona, aveva appena salutato gli amici al Paradise Wine bar di Costa Sant’Abramo. Montato in sella alla Bmw, casco in testa, si era diretto verso Cremona.

Un quarto d’ora prima dell’una, all’altezza del bivio per San Predrengo, aveva perso il controllo della moto, volando a terra e rimanendo immobile al centro della corsia, mentre la Bmw era scivolata per decine di metri, finendo nel fossato asciutto, seguendo la direzione di marcia verso la città. Nel punto della caduta, c’era buio fitto.

Agli agenti della polizia stradale poi intervenuti per ricostruire la dinamica, l’automobilista l’aveva spiegata così. Ovvero, di aver notato qualche metro più avanti, una persona a terra con il casco. Aveva provato a frenare, non riuscendo però ad evitare di investirla. L’auto era passata sopra il corpo di Sarcone. Dopo l’urto, il conducente si era fermato a bordo strada. A piedi era tornato indietro per accertarsi di quanto accaduto. E in quel momento si era reso conto che quella persona a terra era un uomo, immobile. L’automobilista ha pensato che fosse già deceduto. Altri automobilisti si erano fermati, avvisando i soccorsi. Non aveva perso sangue, la vittima. All’1.02, i soccorritori del 118 non avevano potuto fare altro che constatarne il decesso.

Nelle 32 pagine di consulenza tecnica, le perite danno una spiegazione alla circostanza che, una volta a terra, Sarcone, ancora vivo, non sia stato in grado di di alzarsi. Al bar aveva bevuto. Le indagini chimico tossicologiche hanno rilevato un tasso pari a 1,04 grammi per litro di alcol nel sangue. Al momento della caduta, il motociclista aveva riportato un trauma cranico. Annotano le consulenti tecniche: «Si ritiene che il trauma cranico, per quanto certamente non letale, abbia determinato, assai verosimilmente la perdita di coscienza» di Sarcone («peraltro sotto l’effetto di alcool etilico, probabile causa della perdita di controllo del mezzo e, dunque, della caduta stessa»).

Il motociclista non era stato quindi in grado di alzarsi e di allontanarsi dalla carreggiata dopo l’impatto. Per le perite del pm, ad uccidere Sarcone non sono state, però, le lesioni riportate nella caduta, tra cui la frattura del femore e del bacino e le varie escoriazioni dovute allo strisciamento sull’asfalto. Letali sono state le lesioni riportate in seguito al ‘sormontamento’ dell’auto. Nella consulenza tecnica si parla di «numerosissime fratture costali» che hanno causato le lacerazioni polmonari, di lacerazioni epatiche e di quella gastrica «da considerasi maggiormente compatibili con un meccanismo di natura compressiva, ossia di uno schiacciamento e, dunque con il sormontamento dell’autovettura». Una morte per shock emorragico «collocabile negli istanti successivi al sormontamento da parte dell’autovettura, ossia intorno alle 00.50».

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