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PALAZZO PIGNANO. LO STRAPPO

I due ex sindaci ripudiano i ‘discepoli’

Terremoto politico, da Bertoni e Mandotti dure critiche alla giunta Dossena: «Tre anni buttati»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

13 Novembre 2024 - 05:05

I due ex sindaci ripudiano i ‘discepoli’

Piero Mandotti e Rosolino Bertoni

PALAZZO PIGNANO - «Tre anni buttati, una gestione deficitaria e l’incapacità di programmare». Gli ex sindaci Piero Mandotti e Rosolino Bertoni fanno quadrato e mettono a nudo le magagne della giunta Dossena. In una serata organizzata nella sala conferenze della frazione Scannabue, lunedì hanno aperto il libro. Non è escluso che questa iniziativa, a cui hanno partecipato una dozzina di persone, sia l’embrione di una lista civica in vista del voto del 2026.

«Troppe cose non vanno e, nonostante le richieste, in Comune non danno mai una spiegazione – ha esordito Mandotti, primo cittadino dal 1996 al 2006 –: tutti i giorni cittadini ci fermano e ci pongono domande. Un esempio, la strada che da Scannabue esce verso Vaiano, da oltre un anno ha un cedimento pericoloso di una banchina. Prima è stata transennata, poi hanno disposto il senso unico alternato, poi l’hanno tolto, ma nel frattempo di lavori non se ne sono visti. La palestra e il bocciodromo restano un mistero. Il 26 settembre scorso l’assessore ai Lavori pubblici Pietro Rossi annunciava la fine dei cantieri e l’apertura degli impianti. Sono passati altri 50 giorni e restano chiusi. Gli spogliatoi del campo da calcio hanno sempre problemi di riscaldamento, docce fredde, scarichi che hanno bisogno di manutenzione. Abbiamo proposto all'amministrazione di organizzare almeno un'assemblea in cui spiegare le situazioni e raccogliere le istanze dei cittadini. Niente da fare, continuano a dire che va tutto bene».

Bertoni ha aggiunto. «In merito alla palestra non c'è una prospettiva futura. Quando sarà agibile chi la gestirà? In tre anni questa amministrazione non è stata capace di portare avanti nemmeno l'eredità della precedente giunta di cui ero sindaco, compreso il milione di euro che avevamo lasciato in cassa. Anche il sociale è stato lasciato indietro, chi ha bisogno non ottiene attenzione e risposte». Secondo Bertoni, sindaco tra il 2011 e il 2021, è addirittura a rischio la continuità amministrativa. «All’interno non sono coesi. Se si dimettono altri eletti, oltre a quelli che hanno già lasciato (lui compreso, nel 2022, ndr), non essendoci la minoranza potrebbero non esserci più i numeri per concludere il mandato. In tre anni non hanno portato a casa un euro dal Pnrr e altri bandi, mentre decine di comuni del Cremasco hanno ottenuto finanziamenti. Non sono stati capaci di concludere la variante al Pgt, strumento per portare oneri alle casse dell’ente e posti di lavoro. Infine, hanno smantellato l’ufficio tecnico, con conseguenti ritardi e mancati atti. Avevamo due cantonieri, adesso uno solo part time dalla cooperativa. E la sicurezza? Sono anni che non si vede un agente di polizia locale in piazza». I due ex sindaci hanno chiesto al Comune di dare delle risposte e messo gli amministratori davanti alle loro responsabilità. «Chiediamo di incontrarli e che si ritorni alla trasparenza e alle porte aperte ai cittadini».

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