L'ANALISI
05 Novembre 2024 - 05:25
CASALMAGGIORE - Tutti d’accordo i sindaci sulla costituzione dell’area omogenea casalasca, tema rilanciato dai consiglieri provinciali Valeria Patelli e Luciano Toscani, su cui si sono confrontati nella nostra redazione, in un forum organizzato da La Provincia, amministratori locali e rappresentanti delle categorie economiche. Un primo ‘giro’ di pareri fa emergere la condivisione di intenti.
Federica Ferrari, sindaco di Piadena Drizzona, vede con favore il progetto. «Occorre che le amministrazioni comunali, soprattutto nei piccoli centri, guardino oltre il confine del proprio comune, ampliando la propria prospettiva», afferma Ferrari. «È evidente che per un sindaco il primo pensiero sia il proprio comune, ma il futuro è nella condivisione dei servizi, degli interessi e della ricchezza del nostro territorio». Aggiunge che nei primi mesi di mandato ha cercato di instaurare un dialogo con i comuni vicini e che, recentemente, è stata avviata la prima Comunità Energetica Rinnovabile della Diocesi cremonese, un’importante collaborazione. «Mi auguro che anche la Provincia collabori a spingere il territorio verso iniziative condivise, in ambito culturale e di tutela del territorio», conclude il sindaco.
Per Pierguido Asinari, sindaco di San Giovanni in Croce, l’area omogenea rappresenta una «vera e propria chance di rilancio per la zona. È un progetto interessante perché prevede anche l’apertura ai giovani e alle imprese», dice. «Lo sviluppo e l’attuazione di un modello credibile non potranno che aumentare il potenziale attrattivo di un territorio che ne ha fortemente bisogno. Uniti possiamo raggiungere obiettivi che da soli sarebbero impensabili. Dobbiamo credere e portare avanti il progetto con determinazione».
A Solarolo Rainerio, il sindaco Vittorio Ceresini vede nell’area omogenea «l’unica strada percorribile per dare una speranza di futuro alla nostra zona. Lavorare insieme significa non solo condividere risorse, ma anche sviluppare una visione strategica per attrarre investimenti e stimolare la crescita economica», spiega. Ceresini si augura che «alle parole seguano i fatti» perché «solo così eviteremo che, come la strada che conduce all’inferno, non sia solo lastricata di buone intenzioni».
Anche Giorgio Borghetti, sindaco di Voltido appoggia il progetto: «Solo attraverso la collaborazione si può garantire un futuro migliore per le comunità locali». Borghetti sottolinea come la crisi demografica e le risorse limitate obblighino i piccoli comuni a unirsi per mantenere la qualità dei servizi. «La costituzione dell’area omogenea casalasca è una risposta concreta a queste sfide».
Per il sindaco di Rivarolo del Re Luca Zanichelli l’area omogenea non può essere un gruppo ristretto: «Affinché questa iniziativa sia efficace, dobbiamo includere tanto i comuni della nostra provincia quanto quelli mantovani, come Viadana, per esempio, e magari anche oltre». Essere stati recentemente qualificati come «non più area interna» ha ridotto alcune possibilità di accesso a fondi speciali, rendendo fondamentale una nuova struttura organizzativa «che potrebbe evolversi in un consorzio di servizi».
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