L'ANALISI
29 Ottobre 2024 - 05:25
CASALMAGGIORE - «L’area omogenea casalasca si farà e anche in tempi ragionevolmente brevi: fra due anni sarà realtà». Non una promessa, quanto un preciso piano di lavoro per gli amministratori locali che, nel quadro della realizzazione di ciò che già lo statuto provinciale prevede, intendono dare corpo a un progetto di forte rappresentanza territoriale.
ROSSONI: UNITI SI VINCE
Un impegno uscito dal Forum organizzato dal giornale ‘La Provincia’ nella redazione cittadina di via Pozzi. Vertice moderato dal direttore Paolo Gualandris cui hanno preso parte politici e amministratori ma anche i rappresentanti delle categorie produttive. «Si badi bene, non si andrà a costruire l’ennesimo carrozzone — ha subito sgombrato il campo Gianni Rossoni, presidente e ‘anima’ dell’Area omogenea cremasca — bensì quel luogo istituzionale dove Casalmaggiore e il suo territorio troveranno la forza e gli strumenti di gestione dei servizi alla popolazione. Non sarà un’imposizione dall’alto, al contrario: fondamentale sarà l’adesione volontaria di tutte le 17 municipalità casalasche, consapevoli che senza un indirizzo e un’alleanza non si potranno perseguire obiettivi di sviluppo ma nemmeno di preservazione dell’esistente. Occorre riprendere una relazione istituzionale che porti a lavorare insieme non per costrizione bensì per convinzione».
Il tutto in un’ottica — ha precisato Rossoni — che «non esalta le derive centrifughe ma che vuole stare a pieno titolo in un contesto provinciale sempre più forte». Un percorso destinato a migliorare «significativamente» la qualità dei servizi alle persone e alle imprese. «I singoli Comuni ormai faticano a soddisfare le richieste, legittime e comprensibili, dell’utenza. Penso alla scarsità di personale, ai settori tecnici, del commercio dei servizi sociali. Con gestioni sovracomunali — ha spiegato il presidente cremasco — sarà possibile dare quelle risposte e in quei tempi brevi che tutti desiderano e meritano. Un’azienda ha bisogno di tempi certi: in 3-4 giorni la potrà avere se ci sarà una struttura amministrativa adeguata. Come Consorzio.it siamo anche disponibili a fornire un supporto iniziale che poi lascerebbe spazio a uno strumento di azione strutturato nel Casalasco», ha concluso Rossoni.
PATELLI: VIA I CAMPANILI
La consigliera provinciale e sindaco di Calvatone, Valeria Patelli, è convinta che ormai il dado sia tratto. «Di area omogenea casalasca è da tempo che se ne parla con i sindaci — ha rivelato —, soprattutto con quelli delle piccole realtà che hanno maggiori difficoltà nell’erogare i servizi. È evidente, tuttavia, che senza un rapporto stretto con Casalmaggiore non si va da nessuna parte. Noi amministratori dobbiamo comprendere che è fondamentale per i piccoli Comuni e che è necessario superare certi steccati campanilistici per aprirci a un futuro di unione e coesione in grado di garantire serenità al futuro delle nostre popolazioni. E lo dico anche per quanto concerne il rapporto con l’Oglio Po mantovano. Il Casalasco-Viadanese va visto come un territorio omogeneo che deve fare scelte coerenti con tale peculiarità. Immagino uno sviluppo comune sempre più stretto con i colleghi mantovani. Senza dimenticare — ha sottolineato la Patelli — che con le aree omogenee sarà più forte anche la Provincia di Cremona nel suo complesso».
TOSCANI: VIADANESE CON NOI
Concetti che trovano piena assonanza con quelli espressi dal vice-presidente della Provincia, Luciano Toscani. «Apriamo una stagione nuova in Provincia come sul nostro territorio. Casalmaggiore e i Comuni dell’area devono darsi forza reciproca, mettendo al bando la frammentarietà, la scarsità di un dialogo serio, gli sguardi ristretti. Un Comune deve avere un’idea del suo territorio perché il tutto non si riduca a una mera erogazione di servizi. Deve essere occuparsi della propria gente, avere un progetto di accoglienza verso chi arriva, deve pensare all’innovazione, deve essere un luogo sicuro dove si possa vivere bene. È per questo che è necessario dotarsi di una direzione strategica locale perché il nostro futuro dipende da noi. Esempi virtuosi — ha proseguito l’ex sindaco casalese — ci sono e anche opportunità importanti come ad esempio la trasformazione che Casalasca servizi avrà a brevissimo termine. Quella può essere l’occasione per dare corpo ai progetti di coesione. Determinante sarà, però, riprendere il dialogo con il Viadanese perché questo territorio è un ‘unicum’ che va preservato e sviluppato senza tentennamenti».
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