L'ANALISI
01 Novembre 2024 - 17:47
CREMA - Nessuna risposta equivale a nessuna speranza. I parrocchiani dei Sabbioni avevano chiesto mesi fa, al ministro provinciale dei frati Cappuccini, Angelo Borghino, che i religiosi col saio potessero rimanere nel convento, situato nella via che porta il loro nome, almeno fino al 2029. A distanza di parecchio tempo, ormai, non si è mosso nulla e a livello informale pare proprio che il 2026, già indicato per l’addio ai frati, venga confermato. Nulla è dunque cambiato riguardo alla decisione comunicata agli inizi dello scorso anno, che aveva gettato nello sconforto i parrocchiani.
La strada già tracciata è quella che porta all’Unità pastorale con Ombriano. Gli incontri tra le due realtà, confinanti, ma molto diverse tra loro, vanno avanti, sia pure lentamente. Un faccia a faccia è avvenuto tra il gruppo della San Vincenzo De Paoli di Ombriano e la Caritas dei Sabbioni. Entrambi si occupano di sostegno ai bisognosi, sebbene in maniera diversa. Ma questo è soltanto uno dei problemi che la fusione a freddo delle due parrocchie comporterà. L’argomento dell’Unità pastorale, di come attuarla e di gestirla, dovrebbe essere preso in mano dai due consigli pastorali, ma al momento ci sono stati soltanto i primi approcci ma non ancora incontri operativi. Ogni realtà dovrà capire cosa fare e come arrivare a conciliare le attività dell’una con quelle dell’altra. Le due parrocchie sono molto attive, oltre che numericamente assai grandi. Insieme contano più di ottomila persone. Da affrontare ci sono argomenti come il catechismo, l’animazione alle messe (i Sabbioni hanno una corale, Ombriano no), ma anche l’attività sportiva: i Sabbioni hanno una società di calcio, mentre a Ombriano c’è un accordo con la Iuvenes Capergnanica.
E poi c’è da affrontare la questione degli affari economici e da rispondere ai quesiti da tempo sul tavolo: convento e strutture sportive sono di proprietà dei Cappuccini; chiesa e oratorio della diocesi. Chi gestirà i primi due, quando i frati se ne andranno? E con quali responsabilità? Tante cose di cui occuparsi in poco più di un anno di tempo, visto che il 2026 non è poi così lontano.
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