Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

I NUMERI DELLA PROVINCIA

L’inverno demografico pesa: «Colpirà tutta l’economia»

Il bilancio Inps lancia l’allarme: un cremonese su tre è pensionato. E il mondo del lavoro: «In stanca ripresa»

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

30 Ottobre 2024 - 05:20

Il bilancio Inps lancia l’allarme: un cremonese su tre è pensionato. E il mondo del lavoro: «In stanca ripresa»

Nel riquadro Francesco De Luca

CREMONA - La provincia raccontata attraverso i numeri. E dall’interpretazione dei dati si evincono le priorità e le principali preoccupazioni per il territorio. Emerge, ad esempio, come a fronte di una popolazione di 353.537 persone, i lavoratori attivi nel cremonese siano 150.681 e i pensionati ben 100.626, pari a quasi un terzo del totale. È quanto emerge dalla presentazione, presso la sede dell’Associazione industriali, del bilancio sociale Inps relativo all’anno 2023. A ribadire l’importanza dell’appuntamento e del lavoro di analisi dati e ricerca è stato ieri il direttore provinciale dell’Inps Francesco De Luca: «Quella di oggi (ieri per chi legge, ndr) è un’occasione molto importante, in cui l’Inps provinciale rinsalda un patto sociale fondato sulla trasparenza e la responsabilità».

L’auspicio del direttore dell’istituto è stato che il rendiconto presentato ieri venga considerato come «un utile strumento di lettura della realtà socio-economica provinciale, dalla prospettiva delle attività, dei servizi e delle prestazioni previdenziali». Lo hanno accolto in questi termini gli ospiti istituzionali intervenuti ieri mattina, a partire dal prefetto Antonio Giannelli: «Strumenti come quello che oggi ci mettete a disposizione ci aiutano a comprendere i differenti aspetti della realtà che ci circonda, a partire dalle condizioni socio-economiche della popolazione. Solo con il contributo leale di tutti gli attori della società si può perseguire efficacemente l’obiettivo della sicurezza». Gli hanno fatto eco il presidente della Provincia Roberto Mariani e la vicesindaco con delega al bilancio e al personale Francesca Romagnoli, che hanno parlato di una «fotografia del territorio che fornisce strumenti importanti per le parti sociali ma anche per gli amministratori».

qfdfdf

Annamaria Melissari, Ilaria Quarenghi, Paolo Stella Monfredini, Sara Gibellini, Tullio Fontanella e Clementina Giorgio Marrano

Il report è articolato per capitoli che, partendo dal panorama sociodemografico della provincia, analizza l’andamento del mercato del lavoro, l’erogazione di ammortizzatori sociali e le prestazioni pensionistiche. Sul piano della popolazione la tendenza all’invecchiamento è confermata, «all’interno del cosiddetto ‘inverno demografico’ nazionale» ha specificato Daniela Chiodelli, presidente del comitato provinciale Inps che ha proseguito sottolineando come i dati del saldo demografico (il rapporto tra nascite e decessi) in negativo da anni sia addirittura raddoppiato rispetto a dieci anni fa: «Il disavanzo fra nuovi nati e decessi è passato da -942 del 2012 a -2.111 del 2022, e a questo si aggiunge una discreta emigrazione di giovani adulti». In un territorio in cui la fascia di popolazione compresa tra gli 0 e i 14 anni rappresenta l’11,9% del totale mentre gli over 65 sono il 25% «si presenterà un forte problema di tenuta non solo della previdenza: meno bambini, meno scuole, meno giovani nel mondo del lavoro comporteranno difficoltà per le produzioni di ogni tipo, dal lavoro intellettuale a quello industriale, dal manifatturiero ai servizi».

CLICCA QUI PER TUTTI I DATI

In questo contesto demografico difficile i dati relativi al mercato del lavoro non rappresentano una consolazione: le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps nel 2023 sono tornate a crescere, passando dalle 257mila del 2022 a 306mila. «I dati macro-economici del territorio dimostrano una situazione ondivaga: c’è stata una ripresa, ma è una ripresa stanca». Da un lato il tasso di occupazione è in crescita di quattro punti percentuali rispetto all’anno precedente (nel 2022 era al 65%, nel 2023 al 69%), quello di disoccupazione risulta più che dimezzato (dal 5,4% al 2,6%). D’altro canto emergono però criticità legate alla qualità del lavoro: il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo ma, guardando alle tipologie contrattuali lo scenario si fa meno esaltante. Nel 2023 sono state 8.717 le assunzioni a tempo indeterminato a fronte di 11.322 cessazioni. Diverso lo scenario per i contratti a tempo: ne sono stati attivati 14.835 a fronte di 9.483 cessazioni. «Questi numeri — conclude Chiodelli — non sono la mera sommatoria di prestazioni ma si portano dietro una condizione. Penso in particolare all’occupazione femminile e giovanile, ambiti nei quali resta ancora molto da fare e che rappresentano un vulnus nel mondo del lavoro cui urge porre rimedio». Un gap nell’accesso al lavoro che, sul piano di genere, viene confermato anche dal punto di vista retributivo. Se il reddito medio giornaliero delle donne cremonesi impiegate nel settore privato è di 75 euro, per gli uomini sale a 106. Allo stesso modo è di circa 30 euro la forbice nella retribuzione di donne (102 euro) e uomini (133 euro) nel pubblico. Ancor più accentuato è il gap pensionistico: le ex lavoratrici dipendenti percepiscono un importo medio mensile di 1.031 euro contro i 2.051 euro al mese degli uomini. Una disparità confermata in tutti i settori: sono quasi 700 euro di meno quelli percepiti dalle pensionate del pubblico (1.670 euro) rispetto ai loro omologhi uomini (2.365 euro), così come per le lavoratrici autonome che, una volta in pensione, percepiscono una media di 801 euro di pensione a fronte dei 1.493 degli uomini.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400