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CREMA. POVERTÀ

Adesso l’assegno. «Ma parte è da restituire»

‘Ossigeno’ per una coppia di senzatetto, ma dovranno ritornare all’Inps 100 euro sui 600 mensili per saldare un debito. Intanto oggi aprirà in anticipo il rifugio San Martino gestito dalla Caritas

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

09 Ottobre 2024 - 05:05

Adesso l’assegno. «Ma parte è da restituire»

L’interno del rifugio Caritas San Martino. Nel riquadro Roberta Lacchini e Antonio Sanguanini

CREMA - I coniugi Roberta Lacchini e Antonio Sanguanini, senza fissa dimora, si sono visti assegnare dall’ufficio Welfare del Comune una nuova assistente sociale, dopo mesi di richieste in tal senso. A breve avranno un incontro per valutare la loro situazione (da un paio d’anni vivono per strada), per cercare possibili soluzioni e per avviare le pratiche per arrivare a ricevere l’assegno d’inclusione, che è di circa 600 euro al mese.

«Ma 100 al mese per nove mesi li dovremo restituire all’Inps — spiega il marito — per un prestito che avevamo avuto quando mia moglie per un inverno era stata ospitata dalla parrocchia di Crema Nuova. Pensavamo fosse un sostegno economico e invece abbiamo scoperto che si trattava di un prestito. L’assistente sociale precedente non ce l’aveva spiegato ed è anche questo uno dei motivi per i quali abbiamo chiesto che ce la cambiassero. Trecento euro ce li avevano già trattenuti sui primi assegni di inclusione, poi quando siamo usciti dal percorso con l’assistente sociale l’assegno non era più stato erogato».

A proposito di senzatetto, oggi verrà riaperto il dormitorio pubblico di via Civerchi gestito dalla Caritas diocesana, una ventina di giorni prima rispetto al passato per andare incontro alle persone che non hanno una fissa dimora. L’apertura anticipata del rifugio San Martino era stata una delle richieste che un gruppo di senzatetto aveva presentato nel corso degli incontri avuti con consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza.

Aperto ormai da 15 anni, il dormitorio dispone di 18 i letti, L’accoglienza degli ospiti va dalle 20 alle 22, facendo obbligatoriamente la doccia in loco, mentre al risveglio, consumata la colazione, il rifugio va lasciato entro le 9. L’unica limitazione deriva dal fatto che le donne non sono ammesse e questa è la ragione per la quale Sanguanini e la moglie chiedono da sempre una sistemazione diversa.

Con la nuova assistente sociale loro assegnata, i due coniugi cercheranno una soluzione. Entro il 2026, il dormitorio si trasferirà nella ex Misericordia di via Kennedy. In quell’immobile, che sta per essere ristrutturato, troveranno infatti posto il rifugio per senzatetto, una mensa, un centro diurno e tre appartamenti di semi-autonomia. Con questa operazione, sviluppata di concerto con la Fondazione benefattori cremaschi proprietaria dell’edificio della ex Misericordia e con la stessa Caritas, il Comune cerca di rispondere alle esigenze.

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