L'ANALISI
29 Ottobre 2024 - 05:15
CREMA - Se il prefetto Antonio Giannelli, in occasione della firma del patto per la sicurezza, nei giorni scorsi al palazzo comunale, aveva parlato di «promozione della vivibilità», il proposito non ha tardato nell’essere declinato. E all’indomani del furto di borsa e documenti, subito dal primario Maddalena Leone nel suo studio del reparto di Pediatria del Maggiore, l’ospedale di largo Dossena entra a pieno titolo tra i cosiddetti obiettivi sensibili.
Ossia, tra quelli sorvegliati con maggiore assiduità, in questo caso dal personale del vicino commissariato di polizia. A confermarlo è lo stesso dirigente degli uffici di pubblica sicurezza di via Macallè, vale a dire il commissario capo Alessio Rocca. Che spiega come il controllo in chiave preventiva, da parte del personale da lui diretto, «non riguardi e non riguarderà il solo Pronto soccorso, dove l’afflusso è costantemente elevate, ma anche altre zone dell’ospedale, particolarmente affollate e pertanto considerate potenzialmente a rischio. Va da sè — la sottolineatura — che sia un modo per dare esecuzione al patto, siglato da sindaco (Fabio Bergamaschi Ndr) e prefetto, con i rappresentanti delle forze dell’ordine».
E l’inserimento dell’ospedale Maggiore tra i punti della città, cui prestare la massima attenzione, anche in funzione preventiva delle aggressioni agli operatori sanitari registrate a macchia di leopardo a livello nazionale, avrà come conseguenza immediata «passaggi mirati delle pattuglie della squadra volante — specifica Rocca — senza peraltro escludere l’impiego di personale in borghese». Non che in passato ciò non sia avvenuto, tiene a puntualizzare il commissario capo. «Perché al di là di quanto accade — rimarca il dirigente della polizia — sarebbe importante precisare quanti episodi siano stati evitati, proprio grazie alla presenza degli agenti. E mi riferisco, nel dettaglio, all’inserimento continuativo del Maggiore negli itinerari seguiti dai nostri equipaggi, oltre naturalmente agli interventi mirati».
Proposito cardine del patto per la sicurezza è, del resto, «promuovere la vivibilità nel contesto urbano». Insomma, un’alleanza — nel rispetto delle reciproche competenze — tra amministrazione municipale cittadina e forze di polizia, per contrastare le «diverse forme d’illegalità».
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