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FRONTE SICUREZZA

Galletti (Pd): «Cremona non è Caivano, ma il problema esiste»

Altolà del segretario cittadino ‘Dem’: «No alle ampie intese. La destra è dannosa»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

26 Ottobre 2024 - 05:30

Altra notte di caos e violenza in piazza Roma: insulti, calci, pugni, bottigliate e tre auto danneggiate

CREMONA - Risse, aggressioni e vandalismi sono sempre più frequenti, cosa sta succedendo a Cremona? Risponde il segretario cittadino del Pd, Roberto Galletti.

«Succede che alcuni fenomeni, non nuovi a Cremona, si stanno verificando nello stesso periodo e nello stesso luogo. Cremona ha già visto periodi difficili per alcune zone. Ricordo che, quando ero bambino, come tutti i miei coetanei, non si poteva andare alle montagnole dei giardini perché mal frequentate. In alcuni quartieri era difficile passare un pomeriggio con gli amici perché si veniva coinvolti in situazioni poco piacevoli o pericolose. Oggi il centro è sempre più luogo di aggregazione e questo attira gruppi di adolescenti e adulti che hanno varie modalità di stare insieme. Si passa da comportamenti di aperta maleducazione, direi con maggior frequenza, a quelli configurabili in reati per i quali è giusto che intervengano le forze dell’ordine. Sicuramente stanno aumentando piccoli reati e atti di vandalismo come nel resto del territorio nazionale. Il Covid, la povertà — anche educativa — sono possibili cause. Invito però tutti al senso di responsabilità, Cremona non è Caivano. Cito Caivano perché conosco quella realtà personalmente. Però il problema esiste e bisogna che si risolva prima che sfugga di mano».

Spesso i protagonisti sono minorenni, che agiscono in gruppo. Si può parlare di baby gang? E se sì, cosa fare per contrastare questo fenomeno?
«La cosa curiosa è che se parli con gli adolescenti non ti riportano lo stesso clima di allarme pur frequentando gli stessi luoghi. Evidentemente si parla di manifestazioni fortunatamente non diffuse. Certamente in una città come la nostra hanno un impatto comunicativo e percettivo significativo. Io non utilizzerei il concetto di baby gang perché non mi sembra appropriato. Cremona ha una grande tradizione educativa fatta di associazioni, oratori, scuole e sensibilità sociale. Credo si debba tornare nei luoghi in cui ci sono gli adolescenti e iniziare dei percorsi attenti. Le idee ci sono e il nostro territorio è capace. È stato un errore da parte della giunta Perri chiudere i Centri di aggregazione giovanile senza investire in altri progetti. La mancanza progressiva di punti di riferimento ha lasciato i ragazzi sempre più soli. In alcuni quartieri il Cag era veramente l’unico punto di incontro tra adulti, educatori e ragazzi. Bisogna tornare a fare progetti educativi e ad essere presenti nei luoghi specifici di incontro con i ragazzi: nelle scuole e, dove è possibile e necessario, anche nelle piazze e nelle strade. Presidiare il territorio con la polizia è sempre utile ma non porta a risultati durevoli e a volte serve soltanto a spostare il fenomeno altrove. Inoltre non dimentichiamo il problema del consumo di droghe e alcool: spesso gli effetti di questi abusi portano a episodi di aggressività e disordine. Anche in questo caso serve la polizia ma soprattutto prevenzione e informazione. Chiaramente il Comune non può bastare e gli investimenti nazionali languono. Auspichiamo che il governo provveda».

Ma perché le politiche educative e di integrazione non stanno funzionando?
«Non funzionano perché da anni si sta disinvestendo (la scuola ne è un esempio). Non funzionano soprattutto le politiche di inclusione perché tutti i governi soprattutto di destra utilizzano l’immigrazione per fare propaganda e volutamente non risolvere il problema. Da questo punto di vista è opportuno che ognuno si prenda le sue responsabilità. La destra in questi anni sta affrontando in modo inefficace il problema della sicurezza. E non lo dico con spirito di parte, parlano i fatti: il Ddl sicurezza appena approvato aumenta le fattispecie di reato ma non affronta nessuna questione; contestualmente non si investe sulle forze dell’ordine e i loro contratti di lavoro sono ancora al palo. Si taglia sulle amministrazioni locali. Tagliare i finanziamenti ai Comuni incrementa il problema perché così non possono investire sull’educazione, sulla manutenzione dei luoghi pubblici e dei beni comuni e non possono assumere altre vigili urbani di cui in qualche caso ci sarebbe bisogno».

Sul piano della repressione e del controllo del territorio cosa può fare il Comune?
«Il Comune fa il possibile con la polizia locale e con l’utilizzo di telecamere su cui ci sarà un nuovo investimento. La giunta Virgilio si approccerà sicuramente con la cura e la concretezza che la contraddistingue. Ma è chiaro che il grosso dell’intervento spetta alla Prefettura che si sta coordinando con il Comune per fronteggiare il fenomeno. Le risposte arriveranno. Ricordiamoci che l’ordine pubblico è un compito del governo centrale».

La Lega propone di dotare i vigili di taser, potrebbe essere efficace?
«Armare di più i poliziotti in genere non serve a fronteggiare questo tipo di problemi. I taser li ritengo sbagliati e pericolosi, e questo giudizio è condiviso spesso dalle forze dell’ordine. Vedo purtroppo che spesso ideologicamente vengono proposti per dare una risposta generica a situazioni che invece avrebbero bisogno di attenta riflessione. Io dico che sicuramente il Pd non è a favore di questi strumenti».

Perché la polizia locale è sotto organico?
«Perché la destra predica bene e razzola male. Continuano a parlare di sicurezza senza mai porsi il tema concreto di come proteggere realmente i cittadini. Oltre ai proclami e ad operazioni mirabolanti si dimentica che occorrono investimenti, nuove assunzioni e, ripeto, un aumento delle buste paga dei tutori dell’ordine. È giusto richiamare l’attenzione dei nostri rappresentanti in Parlamento. Dopodiché penso che sia inevitabile dire che il governo di destra su questo tema è assolutamente carente e se le posizioni nella destra cremonese sono speculari a quelle dei loro rappresentanti a Roma, credo sia complicato lavorare insieme. Su questo chi propone ampie intese trasversali credo sbagli. Sul problema sicurezza e immigrazione, binomio spesso impropriamente utilizzato, la destra è stata inutile e dannosa. Parlano i fatti».

Cosa immagina come primo intervento possibile di risposta per piazza Roma?
«Immagino una piazza piena di luci, di attività e manifestazioni. Si potrebbe iniziare dalle prossime festività. La risposta più bella, e forse più efficace, è proprio quella di far vivere i luoghi che il disagio a volte anima da protagonista. Credo che la risposta di comunità sia sempre la risposta più efficace e duratura».

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