L'ANALISI
22 Ottobre 2024 - 18:50
CASALMAGGIORE - Tredici posti di lavoro di via Vanoni salvati, incentivi all’esodo per 36 dipendenti della sede di via Roma, 4 lavoratori da rioccupare. In estrema sintesi questa è l’offerta definitiva che la Nidec Fir ha fatto oggi pomeriggio ai sindacati. I risultati ci vengono illustrati da Marco Cagnati (Fiom-Cgil) e Luca Bonali (Fim-Cisl), che hanno parlato ai dipendenti delle due sedi in assemblea.
«Domani l’azienda farà la proposta a ogni singolo lavoratore. La prima notizia è che la parte di via Vanoni non verrà venduta e pertanto i 13 posti di lavoro di quella sede che erano a rischio verranno preservati. Invece – continuano i sindacalisti – l’azienda è stata irremovibile su via Roma. Il ‘food’ per loro deve essere trasferito, in modo imperativo, a Pordenone. Da 41 posti, in questo caso, si è scesi a 36, 4 posti verranno rioccupati».
A questi 36 dipendenti sono state fatte offerte economiche: «Sono incentivi all’esodo. Se i 36 dovessero accettare, il problema sarebbe risolto, ma toccherà ai dipendenti decidere. Secondo noi si poteva fare di più da parte dell’azienda. Adesso i lavoratori con le Rsu faranno una valutazione su questi incentivi. Noi avremo un nuovo incontro con l’azienda lunedì 11 novembre e in quella sede si faranno le opportune valutazioni».
A Cagnati e Bonali chiediamo se siano soddisfatti. L’esponente della Cgil risponde di no: «Per me, un solo posto di lavoro perso è una sconfitta. Il nostro obbiettivo era di tutelare tutti». Il rappresentante della Cisl osserva: «C’è stata una riduzione del numero degli esuberi, perché dai 53 iniziali previsti siamo passati a 41 e attualmente a 36. Ma noi pensiamo ci siano ancora margini per ottenere delle soluzioni migliori».
Per i 36 di via Roma l’azienda ha proposto anche dei pacchetti di formazione.
È chiaro che ora dovranno essere i 36 dipendenti a decidere se accettare o meno gli incentivi. I prossimi giorni serviranno a fare chiarezza. «In caso di accettazione – sottolineano i sindacalisti – si tratta di 36 persone che comunque perdono il loro posto di lavoro. Questo va tenuto presente».
«Pare che negli ultimi 6 mesi del 2023 e i primi sei mesi del 2024 l’utile del gruppo sia stato di 11.700.000 euro. Quindi parlare di crisi appare quantomeno strano». È il Circolo Rive Gauche a intervenire sulla vicenda dei lavoratori dell’ex ‘Fabbricone’. Il Circolo sottolinea come anni di delocalizzazioni e ‘finanziarizzazioni’ abbiano impoverito territori e lavoratori, mettendo a rischio decine di famiglie. Ora Nidec ha annunciato la chiusura dello stabilimento di via Roma, con il trasferimento dei lavoratori a Pordenone. Il Circolo critica duramente la proposta di trasferimento come una scelta impraticabile, definendola un’«induzione alla rinuncia». La situazione potrebbe lasciare senza lavoro tante persone, molte delle quali di età avanzata, creando problemi anche per l’indotto economico locale.
In risposta, il Circolo propone una serie di azioni concrete. «Commissioneremmo immediatamente un accurata indagine di parte sulle condizioni dell'area di insediamento dell'azienda in via Roma. Su di essa insiste un ‘vincolo di bonifica’ a carico dei proprietari, che, anche in anni passati, a nostro parere, ha disincentivato le vecchie proprietà a delocalizzare, permutare, alienare l’area o magari a tentare di riclassificarla per altri scopi». Rive gauche propone poi la creazione di un fondo per sostenere le famiglie colpite dalla riduzione dei salari. Inoltre, invita a istituire un tavolo di lavoro con sindacati e aziende locali per favorire la ricollocazione dei lavoratori, con particolare attenzione alle lavoratrici, spesso penalizzate nel mondo del lavoro. Il Circolo esorta la comunità di Casalmaggiore a mobilitarsi e a non rimanere indifferente, poiché la questione dei lavoratori coinvolge l’intero territorio.
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