L'ANALISI
22 Ottobre 2024 - 05:10
VAIANO CREMASCO - «O li sposo io o qui in comune il matrimonio non si celebra». Il no del sindaco Graziano Baldassare ha portato una coppia vaianese, che voleva celebrare le nozze in municipio, a trasferirsi a Monte Cremasco, dove il sindaco Giuseppe Lupo Stanghellini ha aperto le porte della casa comunale ai due, che già convivono da tempo e sono genitori di due bambini. Una decina di giorni fa il matrimonio civile si è così tenuto nel paese vicino, costringendo i due sposi, vaianesi doc, e i loro invitati a una brevissima trasferta. Il motivo di questo rifiuto categorico? Secondo il consigliere Paolo Molaschi, ex sindaco e amico della coppia, è stata proprio la scelta dei due di chiedere a lui di celebrare il matrimonio. «Non trovo altra spiegazione se non questo fatto personale da parte di Baldassarre nei miei confronti – commenta Molaschi –: a ciò si somma l’atteggiamento tipico del sindaco, che ormai tutti conosciamo. Impone ogni volta il proprio volere. Altro che essere il primo cittadino di tutti i vaianesi. Certo non ci ha fatto una bella figura, innanzitutto con due cittadini che avevano espresso il desiderio di sposarsi civilmente nel paese dove risiedono da quando sono nati. Quando abbiamo capito che non c’era questa possibilità, ho chiamato il sindaco di Monte che ovviamente non ha avuto alcun problema a concedere il municipio per il matrimonio, anche se non sarebbe stato lui a celebrarlo. A termini di legge è il sindaco che celebra i matrimoni, ma può delegare altri ufficiali di stato civile, come lo sono i consiglieri comunali, in questo caso io. Spiace davvero che le cose siano andate così».
Baldassarre rispedisce al mittente le accuse e fornisce la sua versione dei fatti «Il sindaco può delegare se è impegnato. Ma quel giorno io non avevo impegni dunque per quale motivo non avrei dovuto sposarli? Mi è stato detto che avrebbero preferito Molaschi, al che ho detto loro che erano liberissimi di farsi sposare dal consigliere, ma non l’avrebbero fatto in comune. Non volevano il sindaco per antipatia? Non lo so, io sono il primo cittadino e dunque sono il delegato ai matrimoni civili. Non ci sono altre ragioni del mio no, se non quelle di legge. Ho semplicemente applicato la normativa. La conclusione di questa vicenda è che la minoranza si aggrappa a queste cose, in mancanza di argomenti politici concreti».
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