L'ANALISI
11 Ottobre 2024 - 11:31
Rebecchi, Strinati e Calonghi
PADERNO - Addio donazione di diecimila euro alla sezione dell’Avis di Paderno. E non senza polemica. Il mancato benefattore è Giancarlo Rebecchi, un pensionato residente proprio nel paese di Ponchielli.
«Sono stato un avisino per decenni — racconta — e ho al mio attivo 80 donazioni di sangue fino a una dozzina di anni fa. Nei mesi scorsi ho incontrato in paese Fausto Calonghi (presidente dell’Avis locale, ndr) proprio davanti alla sede e gli ho comunicato di voler partecipare alle celebrazioni per il sessantesimo anniversario di fondazione del gruppo padernese dei donatori col relativo pranzo previsto all’agriturismo Abbadia di Acqualunga Badona assieme alla mia compagna e, allo stesso tempo, donare 10mila euro alla sezione. In sostanza gli ho anche detto che sarei passato dal notaio per rendere ufficiale la cosa. La sua risposta mi ha gelato: mi ha detto che oramai non c’era più posto perché era già stato tutto prenotato con precedenza agli avisini iscritti, poi agli invitati e quindi ai familiari dei donatori. Quanto alla mia proposta di donazione ho notato indifferenza. A quel punto mi sono sentito ignorato e ci sono rimasto malissimo, perché ero proprio motivato». Ora il potenziale benefattore, 72enne con 39 anni di lavoro all’attivo alla Ocrim di Cremona, ha fatto un passo indietro: «Non ho più intenzione di fare alcuna offerta, e questa sarà una perdita economica per l’Avis».
Il presidente avisino Calonghi racconta un’altra storia: «Giancarlo è un amico, ma le cose non sono andate affatto così. Quattro mesi fa quando abbiamo bloccato la location alla Badia per la festa perché la gente ci teneva molto a pranzare in questo agriturismo e ricordo bene che un giorno di aprile stavo uscendo dalla sede dell’Avis, lui è passato, mi ha salutato e mi ha detto queste testuali parole: ‘Fausto ho intenzione di andare dal notaio, voglio fare un lascito di 10mila euro all’Avis perché sono stato a lungo donatore. Poi mi ha chiesto la possibilità di partecipare alla festa. Io scherzando gli ho risposto che non c’era bisogno di andare dal notaio e che comunque all’epoca non avevamo ancora aperto le iscrizioni perché era troppo presto e che avremmo cominciato ad accettare le richieste dai primi di agosto, occasione della quale avrebbe potuto approfittare in seguito perché è quello che poi abbiamo fatto. Lui però in quel periodo era lontano da Paderno e comunque da allora non l’abbiamo più visto, non si è mai presentato per iscriversi. Non abbiamo pubblicizzato più di tanto la festa perché volevamo giustamente dare la precedenza ai nostri donatori, ma comunque lui sapeva la data ufficiale, ma non l’abbiamo più incontrato perché, lo dico sinceramente, se fosse venuto, un posto glielo avremmo trovato, io e tutti noi abbiamo la coscienza a posto e ci dispiace. Le dirò di più: quando abbiamo chiuso il termine a fine agosto perché il numero massimo era di duecento posti ed eravamo già a quota 190, avevamo già mandato gli inviti anche alle Avis consorelle e ho tenuto il posto per i loro rappresentanti, ma lo ripeto: da quel giorno di aprile noi non abbiamo più avuto con lui alcun contatto, non ci ha mai portato la sua quota e quindi non so cosa si aspettasse da noi, perché se ci avesse contattato, proprio l’ultimo giorno due persone iscritte si sono ritirate, anche il nostro segretario conferma che a lui non ha mai detto nulla».
Interpellato sulla vicenda, il sindaco Cristiano Strinati non prende posizione. «Però una cosa la voglio dire — puntualizza il primo cittadino —. Ho avuto occasione pochi giorni fa di incontrare Rebecchi e mi ha raccontato la sua versione dei fatti. Gli ho detto che se voleva donare 10mila euro al Comune sarebbero stati ben accetti e li avremmo usati per la comunità. Poi, personalmente, se un benefattore si fosse fatto avanti con l’intento di effettuare una elargizione al nostro Comune, ebbene, lo avrei incoraggiato e ‘tampinato’ fino all’avvenuta donazione».
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