L'ANALISI
09 Ottobre 2024 - 05:15
CREMONA - Nato per favorire lo sviluppo dell'imprenditoria in Libano, oggi getta semi di speranza tra le macerie della guerra. Il progetto Wip - Work in progress, realizzato dall'ong Pro Terra Sancta, «seleziona, forma e finanzia giovani imprenditori ricchi di inventiva, ma sprovvisti dei mezzi e dell'esperienza per sostenere le loro start up», spiega il cremonese Alberto Rivaroli, giornalista e consulente per la comunicazione dell'iniziativa solidale, che ha preso piede nel 2022 «quando la situazione in terra libanese era già drammatica».
Ora Wip guarda con lungimiranza al di là dell'emergenza umanitaria. «Il Libano ospita da anni quasi due milioni di profughi provenienti dalle aree di conflitto nella regione — prosegue Rivaroli —, l'economia è in default, il lavoro impossibile e la previdenza una chimera. Anche l'accesso all'istruzione è estremamente problematico, se non a pagamento. Il sistema sanitario è altamente privatizzato e frammentato e i servizi medici gratuiti sono quasi inesistenti. Troppi sono costretti a ricorrere all'elemosina per sopravvivere».
Per questo Pro Terra Sancta, da sempre impegnata in progetti di sostegno alle comunità locali in Terra Santa, ha lanciato una raccolta fondi per assicurare agli sfollati non solo «materassi e coperte», ma anche «acqua per bere e per fare la doccia» perché la rete idrica pubblica funziona «solo per due ore ogni due giorni», come si legge sulla pagina web che l'associazione no profit ha aperto sul sito www.proterrasancta.org per consentire le donazioni. Nel frattempo, il team di esperti italiani e libanesi che contribuisce al progetto Wip rilancia la propria azione.
«Ho visitato Beirut lo scorso maggio — racconta Rivaroli — insieme ad alcuni componenti dell'advisory board, tra cui Daniele Sacco e Samer Alameen. Abbiamo incontrato potenziali candidati al programma di finanziamento e imprenditori già in attività, ad esempio i titolari di un bar con dipendenti disabili e i gestori di un innovativo winery shop. Wip mette a disposizione un budget annuale di 250mila euro non per fare carità travestita da business, ma per creare una community tra i progetti appena nati, mettere a punto piani di sviluppo e agevolare i rapporti con le aziende italiane».
Rivaroli e i responsabili di Wip hanno avuto l'opportunità di confrontarsi direttamente con l'ambasciatore italiano a Beirut Fabrizio Marcelli. «Dalla nostra visita la situazione è inevitabilmente precipitata — riflette Rivaroli —. Occorreranno decenni per ricostruire ciò che le bombe stanno distruggendo. Contiamo anche sull'aiuto del territorio cremonese, che può vantare un Terzo settore molto vitale. Confidiamo nell'occasione di poter presentare pubblicamente le nostre iniziative indirizzate ad aiutare i giovani libanesi a costruirsi un futuro nel loro Paese, favorendo uno sviluppo etico e sostenibile e creando nuovi posti di lavoro».
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